Congresso eucaristico. Il Papa chiede ai sacerdoti di dare spazio alle famiglie, alle
famiglie di amare i pastori, ai fidanzati di non bruciare le tappe
“Dall’Eucarestia scaturisce … un nuovo modo di vivere”: cosi il Papa al termine del
suo 24.mo viaggio apostolico in Italia, per la chiusura ieri ad Ancona del 25.mo Congresso
Eucaristico Italiano. Rivolto ad oltre 500 coppie di fidanzati, riunite nella piazza
del Plebiscito, Benedetto XVI ha chiesto loro di fondare le future famiglie su “tre
pilastri”: “fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita”. Il servizio del nostro
inviato Fabio Colagrande.
“Abbiamo
scelto d’incontrare i fidanzati a chiusura di questa settimana perché pensiamo che
vivano un tempo delicato, un tempo che richiede un’attenzione particolare da parte
della Chiesa”. Così, l’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Edoardo Menichelli, ha introdotto
ieri l’incontro tra Benedetto XVI e i giovani fidanzati, che con la loro presenza
hanno dato una dimensione di “apertura e nuovo inizio” all’atto finale del raduno
ecclesiale di Ancona.
Come già in altre occasioni il Papa ha voluto
dialogare con l’assemblea e ha perciò risposto agli interrogativi di una giovane coppia
di anconetani, in procinto di sposarsi ad ottobre, Massimiliano Bossio, volontario
dell’Azione Cattolica e la sua fidanzata Fabiana Frapiccini.
I loro dubbi, timori, rappresentavano quelli di tante coppie di cattolici di fronte
al matrimonio. La mancanza della casa e del lavoro, la paura per la definitività del
rapporto e la difficoltà di affidarsi alla provvidenza divina. E ancora, nelle parole
di Fabiana, le incertezze sul ruolo dei fidanzati nella comunità ecclesiale:
“Qual
è la testimonianza che i fidanzati possono dare nella e alla comunità cristiana e
come possono viverla con una propria specificità? Oltre al corso pre-matrimoniale,
quale cura e attenzione dovrebbe avere la comunità nei confronti dei fidanzati?”
In
risposta Benedetto XVI ha tenuto una catechesi pre-matrimoniale ricca di spunti e
agganciata alla concretezza, come quando ha ricordato che ‘la difficoltà di trovare
un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire’. Per spiegare le difficoltà
dei fidanzati il Papa ha descritto l’attuale cultura che ‘tende a prescindere da chiari
criteri morali’, dove ‘le scelte di fondo diventano fragili, esposte ad una perenne
revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà’. Ha ricordato ‘l’apparente
esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere
al di fuori di un contesto di comunione di vita e d’amore’. Ha poi invitato i promessi
sposi a evitare di chiudersi in ‘rapporti intimistici’. ‘Fate piuttosto che la vostra
relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità’ ha
aggiunto Benedetto XVI.
Ma soprattutto il Pontefice ha voluto sottolineare
l’errata convinzione che la convivenza prima del Matrimonio sia ‘garanzia per il futuro’.
“Bruciare le tappe finisce per 'bruciare' l’amore, che invece ha
bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare
spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile”. Con una sintesi efficace Benedetto XVI ha poi ricordato il modello
ideale di famiglia a cui i fidanzati debbono tendere:
“Fedeltà, indissolubilità
e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio
prezioso per l’intera società. Fin d’ora, fondate su di essi il vostro cammino verso
il matrimonio e testimoniatelo anche ai vostri coetanei: è un servizio prezioso!”
Infine,
richiamando il contesto eucaristico dell’incontro, il Papa ha invitato le coppie di
fidanzati a non dimenticare di santificare la domenica, come ‘Giorno del Signore’:
“L’assemblea
liturgica domenicale vi trovi pienamente partecipi: dall’Eucaristia scaturisce il
senso cristiano dell’esistenza e un nuovo modo di vivere”.
L’importanza
di trovare nella Santa Messa la forza per vivere l’appartenenza a Cristo e alla sua
Chiesa, era stata sottolineata da Benedetto XVI anche nell’incontro con le famiglie
e i sacerdoti, svoltosi nel pomeriggio nella cattedrale di San Ciriaco, tra i tanti
appuntamenti dell’intensa giornata del Papa ad Ancona. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Cari sacerdoti
e cari sposi”, voi siete “chiamati ad una missione comune”: “testimoniare e rendere
presente” l’amore di Cristo “a servizio della comunità”. Il Papa ha invitato anzitutto
a “superare una visione riduttiva della famiglia”, quale “mera destinataria dell’azione
pastorale”: “È vero che, in questa stagione difficile, essa
necessita di particolari attenzioni. Non per questo, però, ne va sminuita l’identità
e mortificata la specifica responsabilità. La famiglia è ricchezza per gli sposi,
bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità
vitale per il cammino della Chiesa”.
Da qui l’importanza per la
vita della Chiesa – ha sottolineato Benedetto XVI - del ministero che nasce dal Sacramento
del Matrimonio:
“…la famiglia è luogo privilegiato di educazione
umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero
sacerdotale.”
“E l’Eucarestia – ha spiegato ancora il Santo Padre
- è il centro e la sorgente di questa unità che anima l’azione della Chiesa”. Poi
l’invito ai sacerdoti di essere vicini alle famiglie.
“Nessuna vocazione
è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è
la Chiesa intera”.
Con una raccomandazione particolare:
“Siate
accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni
assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno”.
Infine
un’esortazione alle famiglie:
“Amate i vostri sacerdoti, esprimete
loro l’apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche
i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari
che vi parlano di Dio e che vi conducono a Dio. La vostra fraternità è per loro un
prezioso aiuto spirituale e un sostegno nelle prove della vita”.