Zambia: mons. Chinyemba chiede strutture idriche e servizi igienici per tutti
Secondo uno studio condotto da una Ong locale e citato dall'agenzia Fides, solo il
58% degli abitanti dello Zambia può accedere a servizi igienici sanitari adeguati,
mentre il 13% non dispone di nessun tipo di toilette. Il governo ha provveduto a migliorare
i sistemi idrici e sanitari nelle città, lasciando gli insediamenti urbani semiperiferici
ad alta densità di popolazione, come Kanyama, privi di servizi su un terreno inadatto
alla costruzione di latrine e con una precaria rete stradale, che ha contribuito ad
aggravare i problemi di drenaggio delle acque. Le latrine attualmente esistenti oltre
ad essere sovraffollate attirano i vermi e, durante la stagione delle piogge, i liquami
traboccanti inquinando i pozzi, alimentando malattie come diarrea, colera e dissenteria.
Il precario sistema di drenaggio di Kanyama ha reso la zona particolarmente esposta
al proliferare del colera. Per la borgata il governo aveva promosso un progetto, parzialmente
completato, che è stato abbandonato ad ottobre 2010. Mons. Evans Chinyemba, vescovo
della diocesi di Mongu, nella Provincia occidentale, ha esortato le autorità a “prestare
molta attenzione al problema dell’acqua”. “Ci sono tanti fiumi nella Provincia, e
ritengo che non abbiamo sfruttato le nostre risorse in modo da poter fornire acqua
alla nostra gente”. Il presule ha aggiunto che il governo scava pozzi solo in alcune
aree, senza coprire l'intera provincia. Purtroppo mancano i fondi e quindi nel Paese
continuano a dilagare malattie favorite dallo scarso drenaggio e dalle acque inquinate.
Malaria e diarrea sono tra le principali: secondo il Programma Onu (UNDP) la malaria
causa 50 mila morti ogni anno (il 23% di tutte le morti del Paese) e la diarrea circa
il 7% di tutte le malattie riportate. (M.G.)