2011-09-11 10:05:44

Elezioni in Guatemala: le attese della Chiesa per bandire violenza e diseguaglianze


Guatemala oggi al voto per le elezioni presidenziali. Gli aventi diritto sono oltre 7 milioni. Diversi organismi internazionali hanno espresso preoccupazione per la campagna elettorale, accompagnata da violenze e da finanziamenti illeciti ai Partiti. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il giornalista cileno della nostra emittente Luis Badilla Morales, esperto di questioni latino americane:RealAudioMP3

R. – Il nuovo presidente del Guatemala sarà eletto il 6 novembre, nel corso del ballottaggio, perché nelle elezioni di oggi nessuno dei tre candidati principali riuscirà a superare la maggioranza assoluta. Con ogni probabilità, secondo tutti i sondaggi, il primo turno lo dovrebbe vincere il generale a riposo, Otto Pérez Molina, del Partito Patriota – un partito di destra – e il 6 novembre, con ogni probabilità, dovrà competere con il secondo principale candidato, che si chiama Manuel Baldizón del partito Libertà Democratica Rinnovata. Il 6 novembre, l’ago della bilancia, sarà il terzo candidato, il dott. Eduardo Suger: sarà lui a decidere chi sarà il futuro presidente del Guatemala.

D. – Il passato violento del Guatemala è ancora una realtà viva nel Paese?

R. – Purtroppo non possiamo dire che il passato violento, instabile, di questo Paese del Centro America sia alle spalle. Basti ricordare che, nel corso di questa campagna elettorale, i morti sono già oltre 40. Si è trattato anche di una campagna millionaria da parte di certi partiti, con più denaro di quello che il Paese è capace di produrre, tanto che sono stati avanzati sospetti sulla provenienza questo denaro.

D. – In questo contesto segnato da violenza e povertà, quali sono gli auspici della Chiesa?

R. – E’ molto preoccupata. Si è pronunciata su questo processo elettorale in una dichiarazione, l’8 aprile scorso, a conclusione di un’Assemblea plenaria dei vescovi. Ha esortato a votare in modo serio, cosciente, libero ed informato. Il secondo punto che la Chiesa ha sottolineato è questo: chiunque vinca l’elezione si ricordi che ha di fronte gravi problemi da risolvere in campo sociale, e in particolare, in campo agrario. Infine, la Chiesa ha invitato a votare per i candidati che più si avvicinano, o più rispettano, il Magistero della Chiesa in alcuni punti fondamentali, come il matrimonio, la difesa della vita, l’educazione dei figli e la promozione umana. La sfida principale del Guatemala per il futuro, secondo i vescovi, è la questione dell’iniquità sociale. Il Guatemala è fra i Paesi più poveri della regione latino-americana e, quindi, i vescovi ritengono che non ci sia veramente soluzione per nessun problema se chiunque vinca non affronti le sfide dell’uguaglianza sociale e quindi metta fine a questo divario crescente fra ricchi e poveri. (ap)







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