Elezioni in Guatemala: le attese della Chiesa per bandire violenza e diseguaglianze
Guatemala oggi al voto per le elezioni presidenziali. Gli aventi diritto sono oltre
7 milioni. Diversi organismi internazionali hanno espresso preoccupazione per la campagna
elettorale, accompagnata da violenze e da finanziamenti illeciti ai Partiti. Ascoltiamo,
al microfono di Amedeo Lomonaco, il giornalista cileno della nostra emittente
Luis Badilla Morales, esperto di questioni latino americane:
R. – Il nuovo
presidente del Guatemala sarà eletto il 6 novembre, nel corso del ballottaggio, perché
nelle elezioni di oggi nessuno dei tre candidati principali riuscirà a superare la
maggioranza assoluta. Con ogni probabilità, secondo tutti i sondaggi, il primo turno
lo dovrebbe vincere il generale a riposo, Otto Pérez Molina, del Partito Patriota
– un partito di destra – e il 6 novembre, con ogni probabilità, dovrà competere con
il secondo principale candidato, che si chiama Manuel Baldizón del partito Libertà
Democratica Rinnovata. Il 6 novembre, l’ago della bilancia, sarà il terzo candidato,
il dott. Eduardo Suger: sarà lui a decidere chi sarà il futuro presidente del Guatemala.
D.
– Il passato violento del Guatemala è ancora una realtà viva nel Paese?
R.
– Purtroppo non possiamo dire che il passato violento, instabile, di questo Paese
del Centro America sia alle spalle. Basti ricordare che, nel corso di questa campagna
elettorale, i morti sono già oltre 40. Si è trattato anche di una campagna millionaria
da parte di certi partiti, con più denaro di quello che il Paese è capace di produrre,
tanto che sono stati avanzati sospetti sulla provenienza questo denaro.
D.
– In questo contesto segnato da violenza e povertà, quali sono gli auspici della Chiesa?
R.
– E’ molto preoccupata. Si è pronunciata su questo processo elettorale in una dichiarazione,
l’8 aprile scorso, a conclusione di un’Assemblea plenaria dei vescovi. Ha esortato
a votare in modo serio, cosciente, libero ed informato. Il secondo punto che la Chiesa
ha sottolineato è questo: chiunque vinca l’elezione si ricordi che ha di fronte gravi
problemi da risolvere in campo sociale, e in particolare, in campo agrario. Infine,
la Chiesa ha invitato a votare per i candidati che più si avvicinano, o più rispettano,
il Magistero della Chiesa in alcuni punti fondamentali, come il matrimonio, la difesa
della vita, l’educazione dei figli e la promozione umana. La sfida principale del
Guatemala per il futuro, secondo i vescovi, è la questione dell’iniquità sociale.
Il Guatemala è fra i Paesi più poveri della regione latino-americana e, quindi, i
vescovi ritengono che non ci sia veramente soluzione per nessun problema se chiunque
vinca non affronti le sfide dell’uguaglianza sociale e quindi metta fine a questo
divario crescente fra ricchi e poveri. (ap)