Venerdì
9 settembre 2011 - Benedetto XVI all'udienza generale di ieri: "Chi crede
in Dio è sicuro che Dio è il suo amico: resta solo il “Tu” di Dio, ai “molti” si contrappone
ora uno solo, ma molto più grande e potente di molti avversari." Chi crede
in Dio sa che Do suo amico; di frone alla molteplicità dei nemici resta il "tu"
di Dio. A Dio siamo del tu, come suoi amici: una tematica e un approccio ricorrenti
nel magistero di Benedetto XVI fin dalla sua prima enciclica Deus Caritas Est,
quello dell'intimità, del rapporto amicale col Signore. Dare del tu a Dio e
darsi del tu fra persone: un fenomeno di costume dilagante della seconda metà del
XX secolo quando iniziarono ad essere messi in discussione i ruoli e soprattuttoil
principio di autorità E poi quel "tu", quell'intimità unica e non estendibile ad
altri , che corre tra persecutore e vittima, a margine del costume dichiedere e dare
pubblico perdono: una discutibile usanza sottolineata da Claudio Magris oggi
sulla prima pagina del Corriere della Sera. Poi il tu che correva
fra apostoli e Gesù nell'ultima cena: una mostra an Ancona, nella mole vanvitelliana
, Alla mensa del Signore, nell'ambito del XXV Congresso Eucaristico
Nazionale. Ne parla ilprofessor Giovanni Morello già direttore dei Musei Vaticani.
Per le edizioni Ancora è in libreria un libro sullo stesso tema: Cene
ultime, Dai Mosaici di Ravenna al Cenacolo di Leonardo di Luca Frigerio.
Ma oggi segaliamo anche un singolare romanzo per ragazzi dedicato alla memoria del'attentao
alle Twin Towers: di Eraldo Affinati L'11 settembre di Eddy il ribelle,
edito da Gallucci. Finiamo con sant'Agostino che, rivoluzionariamente,
scrisse tutte le sue Confessioni, dalla prima all'ultima pagina, dando
esplicitamente del tu a Dio...