“Profondo dolore” dei vescovi indiani per l’attentato all'Alta corte di Delhi
I vescovi cattolici dell’India esprimono “profondo dolore” per l’attentato all’Alta
Corte di Delhi che ha provocato la morte di 12 persone e il ferimento di altre 75.
“Siamo profondamente addolorati – scrivono i presuli - per l’odioso atto di terrore
che non ha nessun significato, ma dimostra la perfidia di chi l’ha compiuto, una grande
minaccia per la società”. “Ogni vita umana – si legge nel comunicato ripreso dall’agenzia
AsiaNews - è un dono di Dio e dobbiamo fare di tutto per proteggerla. Coloro che distruggono
la vita di persone innocenti lavorano contro il piano divino e dimostrano di essere
nemici di un pacifico ordine sociale. Chiediamo a chi indulge alla violenza – si legge
poi nel documento - di abbandonare la via della distruzione e di seguire un cammino
di unità e pace nella società. Chiediamo con forza al governo indiano di fare tutto
il possibile per agguantare i responsabili dell’attentato e portarli davanti alla
giustizia. Chiediamo anche alla società civile – concludono i presuli - di essere
più vigilante, e di aiutare le autorità nella lotta contro il terrorismo”. Dal canto
suo padre Xavier Jeyaraj, Gesuita di Delhi, coordinatore dell’Apostolato sociale dei
Gesuiti in India, afferma all'agenzia Fides che "non è ancora chiara la responsabilità
dell’attentato e le indagini sono in corso. I colpevoli potrebbero essere gruppi terroristi
islamici ma anche gruppi terroristi di matrice indù che vogliono creare disordine
e panico. Non possiamo ancora pronunciarci e capire le ragioni dell’attacco”. Dunque,
prosegue il sacerdote, “occorre stare attenti a non demonizzare l’islam e a non considerare
ogni musulmano un terrorista. Esistono buoni musulmani, buoni cristiani e buoni indù,
come esistono frange minoritarie che usano la violenza e vogliono distruggere la dignità
umana”. (A.L.)