Kosovo: per il delegato apostolico la Chiesa è viva e impegnata
“Nei due giorni di visita in Kosovo ho potuto vedere una Chiesa viva e rispettata”.
Lo ha dichiarato mons. Juliusz Janosz, nunzio apostolico in Slovenia, e nuovo delegato
apostolico per il Kosovo, durante la sua prima visita nel Paese. Per l’occasione -
riferisce l'agenzia Sir - lo scorso 5 settembre, mons. Janosz ha presieduto la S.
Messa per la ricorrenza liturgica di Santa Teresa di Calcutta, nel santuario a lei
dedicato nel cuore di Pristina. I genitori di Madre Teresa, albanesi, erano nativi
proprio del Kosovo. La festa, sentita non solo dai cattolici (circa il 4% della popolazione,
al 90% musulmana) è stata preceduta da un triduo di preghiera che ha coinvolto, in
tre differenti giornate, malati, bambini e giovani. “Il Kosovo – ha proseguito mons.
Janosz nell’omelia - pur essendo una realtà politica nuova, non è una terra di nessuno,
non è un popolo senza origini, senza tradizioni, senza valori. La vostra terra è stata
marcata dalla civiltà cristiana, che ha resistito a tutte le vicende storiche” come
gli anni del comunismo e la guerra. Una realtà quella della Chiesa in Kosovo che “ha
le sue origini nei primi secoli della cristianità. La società civile – ha concluso
il delegato - si attende da questa Chiesa Cattolica la testimonianza della fede e
dell’amore anche in forma di partecipazione al processo di democratizzazione, di educazione
e di sviluppo sociale ed economico”. (R.P.)