Il saluto del Papa al Convegno di Bose sul tema della Parola di Dio nella vita spirituale
Il Papa ha inviato il suo saluto a quanti stanno partecipando al Convegno Ecumenico
Internazionale di spiritualità ortodossa, organizzato dal Monastero di Bose in collaborazione
con le Chiese Ortodosse, sul tema “La Parola di Dio nella vita spirituale”. Tale incontro
– auspica Benedetto XVI in un telegramma inviato a suo nome dal cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone - possa suscitare “un rinnovato impegno di comunione spirituale
e testimonianza evangelica”, “attingendo alla ricchezza della Sacra Scrittura, amata
tanto in Oriente quanto in Occidente”. Obiettivo dell’incontro – che si svolge da
oggi fino al 10 settembre presso lo stesso Monastero di Bose, in provincia di Biella
- è quello di porre in luce l’essenziale unità tra Sacra Scrittura, esegesi e vita
spirituale, unità che attraversa tutta la tradizione delle Chiese d’Oriente, anche
se in forme diverse rispetto all’Occidente, ma con una accentuata condivisione della
realtà pneumatica della Scrittura, come anche rilevato dal Vaticano II.
Al
Convegno hanno inviato il loro messaggio augurale anche il Patriarca Ecumenico di
Costantinopoli Bartolomeo i e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill I.
“La Parola di Dio – sottolinea Bartolomeo I - è davvero cruciale nella lotta spirituale,
nella misura il cui spiana il cammino per l’intenerimento e il pentimento del cuore.
Nel deserto egiziano, abba Poemen disse: ‘La natura dell’acqua è molle, quella della
pietra dura. Ma un vaso appeso sopra la pietra, stillando acqua goccia a goccia,
finisce per perforare la pietra. Così anche la Parola di Dio è tenera, ma il nostro
cuore è duro. Tuttavia, chi ascolta spesso la Parola di Dio, apre il suo cuore a temere
il Signore’. La nostra ardente preghiera per voi come partecipanti al Convegno e per
tutti i fedeli – conclude il Patriarca di Costantinopoli - è che incontriamo la Parola
vivente di Dio, così che essa – verso dopo verso e goccia dopo goccia – possa trasformare
interamente le nostre vite in cellule viventi del Corpo di Cristo”.
“La Chiesa
– afferma nel suo messaggio Kirill I - vive e respira della Parola di Dio non solo
perché la lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento sono elementi essenziali della
celebrazione liturgica, ma anche perché la stessa preghiera ecclesiale è intrisa della
Parola divina, la quale istruisce per la salvezza, che si ottiene per mezzo della
fede in Cristo Gesù (cf. 2Tim 3,15)”, Ma “solo nella potenza dello Spirito Santo –
conclude il Patriarca di Mosca - la Scrittura apre la nostra mente alla comprensione
delle leggi celesti, medica l’anima e rinnova il cuore dell’uomo”.