2011-09-07 15:41:51

Alla Mostra del Cinema di Venezia due documentari sulla storia italiana di ieri e di oggi


Nella vivace sezione Controcampo italiano, la Mostra del Cinema di Venezia ha presentato due interessanti documentari sulla storia italiana di ieri e di oggi: Alessandro Piva in “Pasta nera” scopre un capitolo di solidarietà nazionale avvenuto all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale, mentre Marco Dentici in “Caldo grigio, caldo nero” denuncia l’indifferenza e l’ipocrisia che hanno segnato due anni fa la tragedia di Giampilieri in Sicilia, ove si contarono trentasette vittime. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

L’Italia della solidarietà di ieri, l’Italia delle tragedie di oggi. Due documentari raccontano due storie che riguardano il passato remoto e recente, la speranza e il dolore. Alessandro Piva scopre una pagina dimenticata: all’indomani della guerra, nel 1947, quasi 70.000 bambini del sud Italia trovano ricovero presso famiglie emiliane disposte ad accoglierli e accudirli. Un esodo felice, una grande testimonianza di unità nel nome di una patria che risorgeva dalle macerie. Mentre, nel film, si ascoltano i protagonisti che ricordano, una profonda emozione prende il cuore. Che cosa ci insegnano? Lo chiediamo al regista:

“Evidentemente queste sono cose che fanno bene, perché i valori che sono emersi e che si sono consolidati attraverso questa iniziativa sono rimasti sia a chi è stato ospitato, sia a chi era in difficoltà, ma enormemente sono rimasti alle famiglie, a chi ha ospitato questi bambini, a chi ha fatto questo piccolo sacrificio per aiutare una intera generazione a risollevarsi e a non perdersi in un momento delicato come quello del dopoguerra. Questo andrebbe, forse, ricordato: aiutare, essere solidali aiuta le persone, ma aiuta anche se stessi”. (mg)

Sessant’anni dopo, nel 2007, le prime avvisaglie di fango colano sul paese di Giampilieri, vicino a Messina, senza vittime. Il 1° ottobre del 2009, nuova bufera e questa volta i morti sono trentasette. Non fecero notizia. Il giorno dopo, Marco Dentici, messinese, era già sul posto, non per rubare immagini curiosando nel dolore, ma documentare i fatti, incamerare testimonianze, come quella dell’arcivescovo La Piana, che nella sua omelia per i funerali delle vittime lanciò un grido fortissimo contro la classe politica. Perché ha voluto girare questo documentario e cosa denuncia dell’Italia di oggi?

“Il motivo sta nel fatto che a volte la vita ci assegna degli appuntamenti, anche non richiesti. La tragedia di Giampilieri è un appuntamento per me – e lo è stato – perché è stata una tragedia troppo frettolosamente dimenticata, perché è una comunità che non ha una propria forza di gravità sul piano economico, sugli interessi più generali, ed è nel sud – questa è una componente aggravante – e ne è passato un messaggio mediatico per cui 'in Sicilia si è tutti abusivi e mafiosi'; poi che la colpa del disastro era da ricercare nell’ignoranza e nell’abusivismo. Davanti a tutte queste cose, davanti alla voce inascoltata - già dal 2007 - delle comunità, che avevano lanciato forti grida di allarmi per lo stato del dissesto idrogeologico, non si è mosso nulla… allora io – che essendo anche di quelle parti, anche se questo è secondario – ho messo in campo i miei strumenti, che sono quelli che mi consentono di parlare per immagini, ed ho risposto a questo appuntamento. Queste sono state le motivazioni di fondo: ho cercato di riaccendere una piccola luce su una tragedia pressoché dimenticata”. (mg)







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