2011-09-06 08:39:15

Svizzera: la Chiesa sostiene la ratifica della convenzione sulla tutela della maternità


Tutelare le pari opportunità tra uomini e donne nel campo lavorativo, rendere compatibile la vita professionale con quella familiare, dare precedenza al benessere delle madri e dei loro figli. Con questi obiettivi, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale svizzera sostiene la ratifica della convenzione n. 183 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) sulla tutela della maternità. In una nota a firma di Wolfgang Bürgstein, segretario generale di Giustizia e Pace, si sottolinea come la normativa “miri a garantire un lavoro dignitoso per le lavoratrici incinte o puerpere, rappresentando così uno strumento di sostegno al benessere della famiglia e promuovendo la pari opportunità tra gli uomini e le donne”. Allo stesso tempo, i vescovi svizzeri si dicono d’accordo sulla modifica dell’art. 35 della convenzione, affinché le pause lavorative per l’allattamento al seno siano considerato come ore effettivamente lavorate e quindi equamente remunerate. “Ciò – si legge nella nota – rappresenterebbe una misura concreta volta ad eliminare una discriminazione salariale legata al sesso del lavoratore. Per questo motivo, riteniamo utile la modifica dell’articolo in questione”. D’altronde, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di proseguire l’allattamento al seno fino a quando il neonato non abbia compiuto i sei mesi di età. Un’indicazione che, però, solo il 14% delle donne svizzere prende in considerazione. Ed ecco perché, affermano i vescovi svizzeri, “misure come la pausa retribuita per l’allattamento e la messa a disposizione di infrastrutture necessarie all’allattamento stesso sono molto importanti”. E ancora, Giustizia e Pace ribadisce: “Secondo l’immagine cristiana dell’essere umano, ciascuno uomo e ciascuna donna possiede la stessa dignità. E la dignità umana deve essere presa in considerazione sul luogo di lavoro, soprattutto se si tratta di dipendenti particolarmente vulnerabili”. In questo senso, ratificando la convenzione 138, “la Svizzera potrebbe cogliere l’opportunità di promuovere la tutela della maternità sia a livello nazionale che internazionale, confermando, così, il suo impegno a favore dei diritti umani”. Infine concludono i presuli elvetici, “dal punto di vista etico-sociale, è importante poter ricorrere a norme di tutela della salute delle madri e dei loro figli, sia durante la gravidanza che dopo”, perché “una simile protezione giuridica contribuisce non solo al benessere della famiglia, ma anche a quello di tutta la società, promotrice della vita”. (I.P.)







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