Pakistan: musulmani e cristiani rapiti per finanziare gruppi terroristici
C’è un nuovo, crescente business dei sequestri di persona a scopo di estorsione, lanciato
dai gruppi terroristi in Pakistan. Serve a ottenere riscatti e rimpinguare le casse
delle organizzazioni terroriste come Al Qaeda. Ne sono vittime cittadini di tutte
le religioni, musulmani o leader delle minoranze religiose, personaggi in vista, cittadini
stranieri (specialmente americani), membri di famiglie facoltose. E’ l’allarme lanciato
all’agenzia Fides da padre Mario Rodrigues, direttore nazionale delle Pontificie Opere
Missionarie (Pom) in Pakistan. Il sacerdote nota “la crescita di un fenomeno che ha
raggiunto dimensioni preoccupanti” e invita “le autorità civili e di polizia a monitorarlo
e a prendere adeguati provvedimenti”. Una delle ultime vittime è Shahbaz Taseer, figlio
dell’ex governare del Punjab, Salman Taseer, ucciso dalla sua guardia del corpo nel
genaio scorso, in quanto aveva difeso la cristiana Asia Bibi, condannata a morte per
blasfemia. Per Shahbaz Taseer, nei giorni scorsi, le minoranze religiose della “All
Pakistan Minorities Alliance” (Apma) hanno manifestato a Lahore e a Faisalabad, condannando
il sequestro e chiedendo al governo del Punjab “chiarezza, impegno e trasparenza”,
come riferisce a Fides la cristiana Najmi Saleem, coordinatrice femminile dell’Apma
in Punjab. “Certo, nel caso di Shahbaz Taseer – nota padre Rodrigues – vi sono due
ipotesi: quella del sequestro a scopo di estorsione, che già circola sui mass media;
o quella della vendetta e del ricatto per ottenere la liberazione di Qadri, il killer
di suo padre, considerato un eroe dai gruppi integralisti islamici”. Ma le vittime
sono anche personaggi in vista nella comunità cristiana, come è accaduto a Irvin John,
facoltoso laico cattolico della parrocchia a San Lorenzo a Karachi: “E’ stato rapito
da un gruppo terrorista oltre un mese fa – racconta padre Rodrigues – e rilasciato
dopo tre settimane di prigionia, in seguito al pagamento di un ingente riscatto. Siamo
tutti esposti a questo rischio – conclude il direttore delle Pom – potenziali vittime
di una pratica che sta prendendo piede in Pakistan, come forma di autofinanziamento
delle organizzazioni terroriste”. Fra le ultime vittime dei sequestri, il funzionario
americano Warren Weinstein, capo del progetto “Pakistan Initiative for Strategic Development
and Competitiveness”, rapito in agosto e tuttora in mano ai sequestratori; il genero
del generale Tariq Majid, noto leader militare; il gioielliere Malik Amir, presidente
del Sindacato dei Commercianti, rapito un anno fa e non ancora rilasciato. Secondo
fonti di intelligence, i gruppi terroristi presenti in Pakistan sono oltre 40, legati
alla rete dei talebani o ad Al-Qaeda, negli ultimi tempi ulteriormente indebolita
dopo l’uccisione del leader di Al-Qaeda Atiyah Abd al-Rahman (detto Al-Libi) e l’arresto
dell’altro militante Younis al-Mauritani. (R.P.)