Oltre 50 morti negli scontri in Nigeria. L'arcivescovo di Jos: dietro le violenze
c'è la povertà
Proseguono gli scontri interetnici nella regione di Jos, una città della Nigeria centrale.
Da lunedì scorso i morti sono oltre 50. Ad opporsi sono due gruppi etnici di fede
cristiana e musulmana. Ma le cause delle violenze non sono religiose: lo afferma,
al microfono di Christopher Wells, l’arcivescovo di Jos, Ignatius Ayau Kaigama:
R. – It is
very convenient for those... Alle autorità conviene dire che l’intera crisi
sia causata da motivi religiosi. I cristiani e i musulmani stanno lottando, non lo
nego, e c’è tensione in questo senso, ma i fattori che stanno alimentando questa crisi
sono principalmente di carattere etnico ed economico e sono profondamente radicati
nella realtà storica di questa regione. Tra le cause c’è la lotta per il potere politico
locale e il controllo delle zone agricole più fertili. Devono essere trovate con urgenza
delle soluzioni, ma questo non viene fatto. Ci si comporta come lo struzzo, che mette
la testa sotto la sabbia, sperando che i problemi passino, ma purtroppo i problemi
non passeranno con questo atteggiamento e se le questioni non saranno affrontate e
risolte, i giovani saranno sempre più esasperati e diventeranno sempre più violenti.
D.
– Cosa state facendo come Chiesa?
R. – We have to create this atmosphere
of friendship... Dobbiamo creare un’atmosfera di amicizia e solidarietà
tra noi e i musulmani. E’ quello che stiamo cercando di fare come Chiesa. Abbiamo
contattato i leader islamici e insieme con loro abbiamo lanciato un appello a porre
fine alle violenze. I leader musulmani hanno risposto molto positivamente a questa
nostra iniziativa e sono stati molto felici di questo contatto. Anche loro sono molto
preoccupati del fatto che i nostri giovani stiano assorbendo una cultura della morte,
e della violenza, invece che una cultura d’amore”. (ap)