Libia: Bani Walid, ultima roccaforte di Gheddafi, negozia la sua resa
In Libia c’è attesa per l’ingresso dei ribelli a Sirte, città natale di Gheddafi;
del colonnello, invece, nessuna traccia, mentre le Nazioni Unite già pensano al futuro
del Paese nord africano. Sentiamo Marco Guerra:
A Bani Walid,
una delle ultime roccaforti leali al regime, sarà evitato un bagno di sangue. Insorti
e rappresentanti della città stanno infatti discutendo gli ultimi dettagli per una
resa pacifica che metta la popolazione al riparo di vendette di entrambi gli schieramenti.
I capi della tribù dei Warfalla, la più numerosa della Libia, hanno infatti accettato
di arrendersi senza combattere, ed entro poche ore i miliziani che fanno capo al Consiglio
nazionale transitorio libico (Cnt) prenderanno il controllo della città. Più difficile
la situazione a Sirte – città natale di Gheddafi – dove si registra un clima di tensione
crescente. Migliaia di ribelli hanno circondato la città, e attendono solo l’ordine
di attacco. Tutto questo mentre il colonnello ha fatto perdere le sue tracce. Il suo
portavoce ha detto che è ancora in Libia e che continua a combattere al fianco del
suo popolo; fonti militari, invece, lo danno in Niger, Paese verso il quale si è diretto
un enorme convoglio militare lealista. Sul fronte diplomatico si registrano le dichiarazioni
del segretario dell'Onu Ban Ki-moon che ha offerto il contributo delle Nazioni Unite
per la ricostruzione e quelle del governo cinese che ha rinviato il riconoscimento
del Cnt a quando le condizioni saranno mature.