2011-09-06 14:10:47

Cuba: il cardinale Jaime Ortega: “viviamo una primavera della fede”


“Viviamo una primavera della fede”. E’ quanto ha affermato l’arcivescovo dell’Avana, cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, durante la Santa Messa, domenica scorsa, in occasione del pellegrinaggio dell’immagine della Madonna della “Caridad del Cobre”, conosciuta anche come “Vergine di Mambisa”. L’immagine della Vergine, venerata dai soldati che lottarono per l’indipendenza dalla Spagna, è stata accolta a 80 km dalla capitale da migliaia di persone. Il pellegrinaggio coincide con un periodo segnato da un rinnovato slancio nella fede. I cattolici si apprestano a celebrare, nel 2012, i 400 anni della scoperta della statuetta della “Virgen de la Caridad del Cobre”, Patrona del Paese. “In quest’ora della nostra storia nazionale - ha affermato l’arcivescovo dell’Avana - abbiamo bisogno di molti cambiamenti e molte cose stanno già cambiando. Il popolo cubano si avvicina sempre di più alla Chiesa cattolica”. “Sono ormai cose del passato i tempi dei timori e degli infingimenti anche se molti burocrati non se ne accorgono e non capiscono che non è più il tempo degli scontri”. Il pellegrinaggio è iniziato l’8 agosto del 2010 e, fino ad oggi, sono stati oltre 25 mila i chilometri percorsi. Il prossimo 30 dicembre la statuetta della Madonna arriverà nella capitale. Durante la Santa Messa di domenica scorsa, il cardinale Ortega ha anche ricordato la storica visita, nel 1998, di Giovanni Paolo II a Cuba, durante la quale Papa Karol Wojtyla chiese ai fedeli di “pregare per la patria, per tutti i cubani, fuori e dentro del Paese, e soprattutto per la pace sociale e il progresso. Questo pellegrinaggio – ha poi detto il porporato - ha un grande significato”: è un momento di “dialogo e riconciliazione”. Ieri, intanto, l’arcivescovo dell'Avana ha risposto con un comunicato alle domande di numerosi giornalisti sugli incidenti di domenica scorsa avvenuti nella capitale e a Matanzas. Alcune donne del gruppo “Damas de Blanco”, spose o parenti di dissidenti politici scarcerati recentemente, hanno dichiarato di aver subito maltrattamenti e di essere state fermate dalla polizia. “La violenza di qualsiasi tipo esercitata su persone indifese - si legge nel comunicato - non ha nessuna giustificazione. Di fronte a queste situazioni, il governo cubano ha fatto sapere alla Chiesa che da nessun centro di decisione a livello nazionale è mai stato dato un ordine per aggredire queste persone. Giova ricordare e dirlo anche chiaramente per coloro che non si sono ancora informati – si sottolinea inoltre nel comunicato - che la Chiesa persegue il bene del popolo cubano, la riconciliazione fra tutti e la pace”. E si impegna in questa direzione “attraverso atteggiamenti e gesti che favoriscano lo sviluppo sereno di cui Cuba ha bisogno nella tappa di cambiamenti che viviamo”. Cambiamenti “che il popolo attende ed esige”. “Qualsiasi altro modo di affrontare la realtà cubana che possa danneggiare la convivenza pacifica e mettere a repentaglio il bene della nazione – si legge infine nel comunicato - non può trovare nessun sostegno tra chi, come noi, ha una visione cristiana del mondo e, al tempo stesso, ha il dovere di pensare e agire secondo le esigenze della fede”. (A.L.)







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