Mons. Diarmuid Martin sulla risposta vaticana al "Cloyne Report": avanti con la politica
della trasparenza
Ha suscitato grande interesse mediatico la "Risposta" inviata ieri dalla Santa Sede
al governo di Dublino in merito ai contenuti del Rapporto, reso noto lo scorso luglio,
che fa il punto su casi di abuso sessuale contro minori, commessi nel passato dal
clero della diocesi irlandese di Cloyne. Nell'ampio documento di replica, la Santa
Sede ribadisce la propria posizione di massima solidarietà verso le vittime e i loro
familiari, nonché la piena disponibilità a collaborare con le autorità civili, ma
rigetta come infondate le parti del Rapporto che la accusano di aver condizionato
lo sviluppo delle indagini. La collega della redazione inglese della nostra emittente,
Emer McCarthy, ha domandato all'arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin,
quale impatto abbiano avuto sulla gente le parole della Santa Sede:
R. – It is
very early... E’ molto presto ancora per dirlo. Penso che in generale le
persone guardino a noi per una risposta seria, una risposta che sia pensata, riflessiva
e che fornisca molti dettagli. Ci vorrà tempo per leggere ed analizzare. Una delle
cose che mi ha colpito, quando ho letto la parte riguardante lo sviluppo delle politiche
della Congregazione della Dottrina della Fede negli ultimi dieci anni, è che si sottolinea
più di 20 volte il bisogno che ha la Chiesa di rispettare le leggi nazionali nel denunciare
i casi di abuso. Questa è una dichiarazione molto forte della posizione della Congregazione
vaticana.
D. – Nella sua dichiarazione, che ha rilasciato sabato pomeriggio,
lei ha anche detto che la prima responsabilità nelle misure di salvaguardia per i
minori, in ogni ambito della nostra società, appartiene allo Stato...
R.
– And the ultimate responsibility is that of the State... La responsabilità
fondamentale è dello Stato. Vorrei dire che ora che abbiamo un nuovo ministro per
i minori in Irlanda, la protezione di tutti i minori del Paese dovrebbe essere una
responsabilità, un ruolo e una sfida che dovrebbe prendere lo Stato.
D.
– E dove si dirige adesso l'Irlanda?
R. – I think wherever we go... Penso
che ovunque andremo, dobbiamo andare insieme. Questa attenzione e queste polemiche
non aiutano. Ma dobbiamo tuttavia andare avanti, seguendo la verità, assicurandoci
che quello che viene detto sia vero: andiamo avanti con la politica della trasparenza
e dell’onestà. Ogni tentativo di un ritorno a una mentalità di copertura danneggerà
non solo la Chiesa, ma danneggerà i minori. Una delle cose che dobbiamo ricordare
è che Gesù identifica i bambini come simbolo del Regno. Dobbiamo imparare di nuovo
cosa ciò significa e anche il fatto che diventare come bambini, rispettarli, salvaguardarli,
curarli, fa parte del modo in cui i cristiani vivono e dovrebbero vivere. (ap)