Usa: i vescovi ricordano al governo che ridurre il debito è una questione morale
I vescovi degli Stati Uniti ricordano al governo che ridurre il debito è una questione
morale, e il metro di giudizio non sarà quale partito vincerà, ma come verranno trattati
i poveri. Il vescovo Howard Hubbard di Albany (New York) e il vescovo Stephen Blaire
di Stockton (California), alla guida dei comitati per la politica internazionale e
per quella interna della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, lo hanno
affermato in una dichiarazione diffusa mercoledì scorso e ripresa dall'agenzia Zenit.
Rivolgendosi al Comitato congiunto sulla Riduzione del Deficit, i presuli hanno dichiarato
che “la misura morale di questo processo storico non è quale partito vincerà o quali
interessi potenti prevarranno, ma come verranno trattati i disoccupati, gli affamati,
i senzatetto e i poveri”. “Comprendiamo che lo status quo fiscale è insostenibile
e comporta deficit e debito crescenti per le nostre giovani generazioni”, hanno scritto
i vescovi. “Riconosciamo anche l'importanza economica e morale della creazione di
posti di lavoro con retribuzioni degne e di stimolare la crescita economica come strategie
essenziali per migliorare la nostra economia, diminuire la povertà e ridurre il deficit
e i debiti futuri. La questione è come soddisfare la domanda di giustizia e di doveri
morali nei confronti delle generazioni future e come difendere la vita e la dignità
di quanti sono poveri e vulnerabili”, hanno sottolineato. I vescovi hanno quindi messo
in guardia contro tagli sostanziali a “programmi che servono le famiglie che lavorano
per far quadrare i conti alla fine del mese e sfuggire alla povertà”. A loro avviso,
non è il momento per “indebolire la rete di sicurezza nazionale o effettuare tagli
sproporzionati a programmi che possono aiutare le famiglie a basso o medio reddito
a evitare la crisi e a vivere degnamente”. Allo stesso modo, i presuli hanno parlato
del pericolo di minare i programmi di aiuto internazionale - “uno strumento essenziale
per promuovere la vita e la dignità umana, favorire la solidarietà con le Nazioni
più povere e migliorare la sicurezza globale” - e tagliare i fondi per il finanziamento
dell'ammissione dei rifugiati e dei programmi di assistenza ai rifugiati all'estero.
Per i vescovi Hubbard e Blaire è necessario un “sacrificio condiviso da tutti”. Per
questo, hanno chiesto l'eliminazione delle “spese superflue, militari e di altro tipo”,
e di “affrontare correttamente i costi a lungo termine delle assicurazione sanitarie
e dei programmi di pensionamento”. (R.P.)