2011-09-03 14:02:31

Usa: i vescovi ricordano al governo che ridurre il debito è una questione morale


I vescovi degli Stati Uniti ricordano al governo che ridurre il debito è una questione morale, e il metro di giudizio non sarà quale partito vincerà, ma come verranno trattati i poveri. Il vescovo Howard Hubbard di Albany (New York) e il vescovo Stephen Blaire di Stockton (California), alla guida dei comitati per la politica internazionale e per quella interna della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, lo hanno affermato in una dichiarazione diffusa mercoledì scorso e ripresa dall'agenzia Zenit. Rivolgendosi al Comitato congiunto sulla Riduzione del Deficit, i presuli hanno dichiarato che “la misura morale di questo processo storico non è quale partito vincerà o quali interessi potenti prevarranno, ma come verranno trattati i disoccupati, gli affamati, i senzatetto e i poveri”. “Comprendiamo che lo status quo fiscale è insostenibile e comporta deficit e debito crescenti per le nostre giovani generazioni”, hanno scritto i vescovi. “Riconosciamo anche l'importanza economica e morale della creazione di posti di lavoro con retribuzioni degne e di stimolare la crescita economica come strategie essenziali per migliorare la nostra economia, diminuire la povertà e ridurre il deficit e i debiti futuri. La questione è come soddisfare la domanda di giustizia e di doveri morali nei confronti delle generazioni future e come difendere la vita e la dignità di quanti sono poveri e vulnerabili”, hanno sottolineato. I vescovi hanno quindi messo in guardia contro tagli sostanziali a “programmi che servono le famiglie che lavorano per far quadrare i conti alla fine del mese e sfuggire alla povertà”. A loro avviso, non è il momento per “indebolire la rete di sicurezza nazionale o effettuare tagli sproporzionati a programmi che possono aiutare le famiglie a basso o medio reddito a evitare la crisi e a vivere degnamente”. Allo stesso modo, i presuli hanno parlato del pericolo di minare i programmi di aiuto internazionale - “uno strumento essenziale per promuovere la vita e la dignità umana, favorire la solidarietà con le Nazioni più povere e migliorare la sicurezza globale” - e tagliare i fondi per il finanziamento dell'ammissione dei rifugiati e dei programmi di assistenza ai rifugiati all'estero. Per i vescovi Hubbard e Blaire è necessario un “sacrificio condiviso da tutti”. Per questo, hanno chiesto l'eliminazione delle “spese superflue, militari e di altro tipo”, e di “affrontare correttamente i costi a lungo termine delle assicurazione sanitarie e dei programmi di pensionamento”. (R.P.)







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