Patriarcato di Mosca: sì al concilio panortodosso, ma con il consenso di tutte
le Chiese locali
Il metropolita di Volokolamsk, Hilarion, fuga i timori sollevati da più parti in merito
alla possibilità che l’ottavo concilio panortodosso, di probabile imminente convocazione,
possa annullare le decisioni prese nei sette concili precedenti: “Non verrà presa
alcuna decisione che non sia già stata espressa dalla Commissione preparatoria in
questi ultimi 50 anni – sono le sue parole riportate dall’Osservatore Romano – tutti
gli argomenti discussi in questo mezzo secolo verranno affrontati di nuovo prima del
concilio”. L’ultimo concilio delle Chiese ortodosse si tenne nel 1961 a Rodi sotto
l’egida dell’allora Patriarca di Costantinopoli, Atenagora e le uniche questioni già
trattate all’epoca, sulle quali manca ancora l’accordo, sono di natura “tecnica” e
non dottrinale: in che modo concedere l’autocefalia e l’ordine in cui nominare le
Chiese negli elenchi ufficiali, i dittici. Un nodo da sciogliere non di poco conto,
invece, è la questione legata agli ortodossi ucraini, che dal punto di vista canonico
non sono in comunione con le Chiese locali e che dal concilio si aspettano il riconoscimento
dell’autocefalia, nonché l’apposizione dei loro nomi nei dittici: “La questione di
uno scisma è molto dolorosa – ha commentato il metropolita Hilarion – la Chiesa deve
fare uno sforzo continuo per sanare le divisioni esistenti ed esorta i fratelli e
le sorelle che si sono allontanati a tornare in seno a essa”. Il metropolita, che
è anche presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca,
ribadisce che la decisione di convocare il concilio potrà essere presa solo con il
consenso di tutti: “Se anche una sola Chiesa non è d’accordo su qualcosa – ha detto
– significa che ha le sue ragioni, basate sulla tradizione locale e tra le varie Chiese
ortodosse non ci sono differenze nel campo dottrinale, ma solo difficoltà inerenti
a questioni politiche”. Il metropolita Hilarion, infine, si è detto favorevole al
concilio, in quanto le sfide che la società di oggi pone alla Chiesa ortodossa esigono
da questa una risposta condivisa e solidale, in grado di superare i disaccordi, e
ritiene che, in questo senso, il concilio non potrà che essere un fattore di unità
e non di divisione. (R.B.)