2011-09-03 15:00:45

L’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni celebra i mille anni di fondazione


Domani nell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno, si svolgerà una solenne liturgia eucaristica per i mille anni di fondazione presieduta dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Inviato Speciale del Santo Padre. Un avvenimento molto sentito al quale prenderanno parte fedeli provenienti da tutto il mondo, a testimonianza dei forti legami spirituali che questo luogo sacro riesce a tenere vivi ancora dopo dieci secoli, racconta l’abate Giorgio Rota, amministratore apostolico della Badia di Cava, intervistato da Federico Piana:RealAudioMP3

R. – E’ un grandissimo avvenimento! Mille anni di storia di questa Abbazia che ha visto i natali nel 1011 … Abbiamo la gioia di avere tra noi il cardinale Renato Raffaele Martino che è Inviato speciale del Santo Padre e quindi verrà portando i saluti, la preghiera e anche il messaggio del Santo Padre.

D. – La Badìa fu fondata da Sant’Alferio …

R. – Sant’Alferio Pappacarbone, che era un salernitano; aveva vissuto a corte. Ha percorso questo cammino compiendo l’ennesima ambasciata, si convertì arrivando quindi fino a Cluny: lì si fece monaco, fu rinviato nel Salernitano dove ha fatto nascere questa comunità dell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava.

D. – Com’è, avere mille anni?

R. – Si sente il peso di una storia, tra l’altro molto ricca anche dal punto di vista culturale e degli insegnamenti che si sono formati in questa Abbazia, e si sente la responsabilità del guardare avanti, anche; infatti, celebrare mille anni significa anche guardare avanti e pensare al futuro di questa Abbazia e anche al futuro del monachesimo e al contributo che possiamo dare a tutta la Chiesa.

D. – Che cos’è, oggi, l’Abbazia? Cosa rappresenta oggi, dopo mille anni?

R. – Rappresenta, da un certo punto di vista, la diffusione del monachesimo nell’Italia meridionale: sono molte ancora le comunità, fino in Sicilia, che riconoscono questo legame. Vuole essere un segno di spiritualità e poi ancora il faro che Sant’Alferio vide interpretando i tre raggi di luce scaturiti dalla Roccia Arsicia, dove poi sarebbe nata l’Abbazia; segno di luce per coloro che ci incontrano qui, nella nostra comunità e nelle varie occasioni di celebrazioni che abbiamo proposto quest’anno. Vorremmo aprire questa Abbazia soprattutto all’ospitalità per far conoscere la nostra spiritualità benedettina, la spiritualità costruita in questi mille anni di storia, e anche la cultura che è conservata nella nostra Biblioteca che conserva documenti che risalgono addirittura all’VIII secolo: 15 mila pergamene, tantissimi incunaboli, tantissimi codici … Anche questo aspetto culturale che si trasmette nella vita quotidiana di ogni giorno, trasmette anche la spiritualità: infatti, alcuni documenti sono relativi alla liturgia, alla preghiera personale … Ovviamente, all’epoca erano soltanto le persone più ricche che potevano permetterselo … (gf)







All the contents on this site are copyrighted ©.