Gli Stati Uniti si preparano a commemorare il 10.mo anniversario dell’11 settembre
I vigili del fuoco che hanno lavorato a Ground Zero hanno il 19% di possibilità in
più di aver il cancro rispetto ai colleghi che non vi hanno lavorato. E' quanto emerge
da uno studio scientifico pubblicato in questi giorni. Un dato che, a pochi giorni
dal 10.mo anniversario degli attentati dell’11 settembre, dimostra quanto la ferita
sia ancora aperta nella società americana e a New York in particolare. Per una riflessione
su come gli Stati Uniti si stiano preparando a questa ricorrenza, Fabio Colagrande
ha intervistato Paolo Mastrolilli, corrispondente da New York per il quotidiano
“La Stampa”:
R. – Negli
Stati Uniti che si apprestano a ricordare quell’evento drammatico, molti riflettono
proprio su questo punto: “10 anni, in Paesi come l’America, sono un’era storica” mi
ha detto un diplomatico, e quindi si continua certamente a ricordare le vittime. Per
i familiari delle vittime e per le persone direttamente coinvolte in quella tragedia,
si tratta di una ferita che non verrà mai rimarginata. Il Paese si sta concentrando
soprattutto su come ha reagito a quell’evento, su come ha cercato di rimettersi in
piedi e rilanciarsi.
D. – Questa volontà di risorgere nonostante tutto
è considerata tipicamente statunitense. E’ un luogo comune o appartiene allo spirito
di questo Paese?
R. – Questo è il segreto della forza degli Stati Uniti:
la capacità di reinventarsi continuamente e di reagire sempre, anche alle situazioni
più drammatiche. Uno scrittore, James McEnery, mi ha fatto notare che probabilmente
adesso molti degli abitanti di New York nell’11 settembre del 2001 non abitavano ancora
in questa città, e quindi è cambiata anche demograficamente la composizione del tessuto
sociale degli Stati Uniti. L’America guarda sempre al futuro ed una maniera per rispondere
a questa tragedia è proprio quella di continuare a vivere e ricostruire la loro esistenza.
D.
– Con che stato d’animo New York e l’America tutta si preparano a vivere questo decimo
anniversario?
R. – Un po’ con la preoccupazione di capire se esiste
ancora il rischio che attacchi del genere si ripetano. Questo è uno dei temi che il
presidente Obama cercherà di sottolineare nei suoi discorsi commemorativi, perché
è vero che Al Qaeda è stata colpita duramente, Osama Bin Laden è stato ucciso ma il
rischio che simili attacchi e minacce si presentino ancora sul territorio americano
esiste. E poi guardare al futuro, cercare di ripartire. Ripeto: per i familiari delle
vittime questa è una tragedia insanabile, una ferita che probabilmente non riuscirà
mai a guarire del tutto. Ma gli americani, gli abitanti di New York a questo punto,
forse, guardano più al futuro che al passato di questa tragedia. (vv)