Uganda: la grave situazione economica mette i Seminari a rischio di chiusura
L’inflazione dilagante e altri gravi problemi economici che stanno gravemente colpendo
l’Uganda, minacciano la chiusura dei seminari nonostante il crescente numero di vocazioni
sacerdotali nel Paese. Mons. Cosmas Alule, rettore del Seminario maggiore Alokolum,
ha detto che, nel corso dell’ultimo anno, l’aumento dei prezzi del carburante hanno
fatto salire anche quello dei prodotti alimentari di base. Dal mese di agosto 2010,
il tasso di inflazione è passato dall’1.7% a circa il 19%. Rivolgendosi all’Opera
di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, - riferisce l'agenzia Fides
- mons. Alule ha aggiunto che è molto difficile sostenere i costi dei prodotti alimentari
di base, nonostante nel Paese si coltivino riso, fagioli, mais e verdura, al fine
di ridurne i costi. Il rettore ha sottolineato che le cause della crisi economica
non sono solo dovute alla siccità, bensì anche alla dispendiosa campagna elettorale
portata avanti lo scorso mese di febbraio. “Il governo ha speso molto denaro in maniera
irresponsabile per motivi politici, invece di pensare al benessere della gente”. Il
Seminario Alokolum si trova in una zona che ha vissuto 30 anni di guerra civile tra
il governo dell’Uganda e l’Esercito di Resistenza del Signore (Lord's Resistance Army).
Anche se l’edificio occupa uno spazio molto ridotto, non è stato possibile continuare
i lavori di ristrutturazione a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi dei materiali
di costruzione. Tuttavia, per questo nuovo anno accademico, sono previsti 209 studenti,
26 in più rispetto allo scorso anno, di conseguenza l’ampliamento è diventato necessario.
Lo scorso anno, in cinque Seminari del Paese, oltre 1000 giovani sacerdoti si sono
preparati al sacerdozio. Questa incresciosa situazione economica sta gravando anche
su altri Seminari dell’Uganda, dove su 33 milioni di abitanti, il 45% sono cattolici.
(R.P.)