Spagna: il vescovo di Huelva dice “no a pratiche eutanasiche”
La dignità della vita umana non può essere legata allo stato di coscienza o di incoscienza
del malato”: lo ha dichiarato – riferisce l’agenzia Sir - il vescovo di Huelva, in
Spagna, mons. José Vilaplana. L’intervento del presule è giunto a commento del caso
clinico insorto nella sua diocesi, riguardo la richiesta dei familiari di ritirare
la sonda nasogastrica che alimentava e idratava la novantenne Ramona Estévez, in coma
a seguito di un infarto cerebrale irreversibile, ricoverata all'Ospedale Blanca Paloma
di Huelva. “Accompagniamo in silenzio e con la preghiera gli ultimi giorni di Ramona
Estévez - ha affermato il presule -. Con grande umiltà, prego il Signore con tutto
il cuore per i familiari e le persone che la circondano, perché possano scoprire in
lei la forza misteriosa della vita, percettibile anche in un corpo anziano, in coma
e debole, e possano così ripensare alle proprie decisioni, perché la morte cercata
o indotta, come ha ripetuto tante volte Benedetto XVI, non è la risposta al dramma
della sofferenza”. L'anziana è stata colta il 26 luglio da infarto cerebrale. I medici
il 4 agosto le hanno collocato una sonda nasogastrica, che le è stata ritirata la
settimana scorsa su richiesta del figlio, che ha spiegato che in questo modo rispettava
la volontà della madre. Mons. Vilaplana ha sottolineato che “ogni azione volta a interrompere
l'alimentazione o l'idratazione rappresenta un atto di eutanasia, in cui la morte
avviene non per malattia, ma per la sete e la fame provocate”. Riferendosi alla presentazione
del caso come un atto di umanità e liberazione, ha ricordato che “l'unico dovere che
ha la società in relazione alla persona malata è quello di aiutarla a vivere”. I medici
dell'Ospedale Blanca Paloma non volevano ritirare la sonda che alimentava la paziente
e la Giunta dell'Andalusia è intervenuta perché ciò avvenisse, in applicazione della
legge sulla morte degna di questa comunità autonoma spagnola. “Non è dovere di un
medico sospendere l'alimentazione e l'idratazione di una persona che si trova in coma
vegetativo, situazione cronica che non sarà la causa della morte - ha precisato il
vescovo -. Di fronte a questo, è necessario riconoscere il diritto all'obiezione di
coscienza dei professionisti sanitari”. L'associazione “Derecho a Vivir” (Dav) ha
presentato ai giudici di Huelva una richiesta per ottenere la tutela giuridica urgente
del diritto alla vita di Ramona Estévez. Oggi Dav presenterà anche una denuncia contro
il consigliere per la Salute dell'Andalusia, María Jesús Montero, per aver ordinato
una pratica eutanasica contraria all'ordinamento giuridico spagnolo e per un possibile
danno al diritto all'obiezione di coscienza. (R.G.)