2011-09-01 11:59:38

L’arcivescovo di Monrovia: prossime elezioni decisive per il futuro della Liberia


In Liberia, sono state respinte le modifiche alla Costituzione richieste nel referendum che si è svolto in questi giorni nel Paese. Il voto, boicottato dalle opposizioni, prevedeva tra l’altro il rinvio delle elezioni presidenziali, che in tal modo si terranno regolarmente il prossimo ottobre insieme alle legislative. La Liberia, uscita nel 2003 da una lunga e sanguinosa guerra civile, sta percorrendo un faticoso cammino di ricostruzione. Sull’importanza delle prossime elezioni, ascoltiamo l’arcivescovo di Monrovia e presidente della Conferenza episcopale, mons. Lewis Jerome Ziegler, al microfono di Festus Tarawalie, del programma Inglese-Africa della Radio Vaticana: RealAudioMP3

R. – We see these elections...
Noi consideriamo queste elezioni come una svolta decisiva nella storia del nostro Paese. I cittadini liberiani devono sapere che è un appuntamento molto importante per loro. Sono chiamati a scegliere i leader di questo Paese: è una scelta cruciale che va fatta per il bene di tutta la Liberia per assicurare il benessere alle generazioni future. Come Chiesa, incoraggiamo le persone ad andare a votare.

D. – Quali sono i problemi che la società della Liberia si trova ad affrontare?

R. – Corruption is deep down …
La corruzione è profondamente radicata nella società liberiana. A volte, quando si parla di corruzione, si pensa solo a chi ha il potere, ma in realtà è radicata in tutti gli strati della società. Il vero problema alla base della corruzione è la grande povertà. Dopo quindici anni di guerra civile, la gente non ha più nulla; oggi è affamata e ansiosa di riottenere quello che ha perso. E, quindi, usa qualsiasi mezzo per raggiungere questo scopo, ma la maggior parte dei mezzi non sono giusti: si ricorre cioè alla corruzione.

D. – La Liberia si sta riprendendo dalla guerra civile. Cosa sta facendo la Chiesa per la riconciliazione?

R. – I think the starting point is ourselves. …
Penso che il punto di partenza siamo noi stessi: cerchiamo di essere Vangelo vivente per unire le persone. Ma partiamo dalle cose fondamentali, come far capire che rubare e uccidere è sbagliato; purtroppo c’è ancora molto da fare. Non possiamo dire di avere la pace. Manca la legalità, c’è la corruzione, c’è la divisione e poi c’è da affrontare il problema dei giovani: 15 anni di brutale guerra civile hanno davvero stravolto la mente di tutti. E di fronte a tutto questo, ci troviamo con risorse limitate, ma abbiamo fiducia e fede in Dio e speriamo il meglio! (ap)








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