Giornata del Creato. I vescovi italiani invitano a rendere la Terra ospitale e accogliente
per tutti
Tutela dell’ambiente e solidarietà umana. Sono i due valori ai quali fa riferimento
l’odierna Giornata per la salvaguardia del Creato, in occasione della quale i vescovi
italiani invitano a riflettere sul tema “In una terra ospitale educhiamo all’accoglienza”.
L’educazione all’accoglienza, anzitutto della vita, e il problema dei rifugiati ambientali
sono alcuni dei punti del messaggio dei vescovi. Francesca Sabatinelli ne ha
parlato con il teologo Simone Morandini, membro del gruppo Custodia del Creato
dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei:
R. - La terra
come spazio ospitale è uno degli elementi qualificanti del messaggio cristiano: siamo
posti nell’Eden che è giardino - ci dice la Scrittura - per coltivarlo e custodirlo.
Quindi siamo, in un certo senso, ospiti del Signore sulla Terra. E’ chiaro allora
che, in questa prospettiva, la dimensione dell’accoglienza ha una pluralità di significati:
c’è un’accoglienza che l’essere umano è chiamato a realizzare nei confronti di se
stesso, del suo stesso essere; c’è un’accoglienza che Dio realizza, perché è Lui il
primo ospitante, sta a noi di accoglierla, di riconoscerla, di rispondere con gioia
e con lode e di rispondere anche con una pratica dell’accoglienza nei confronti degli
altri.
D. - Quindi l’accoglienza anche - e questa è l’altra parte del
messaggio - dei rifugiati ambientali. Ci viene ricordato il legame che spesso queste
migrazioni hanno con la questione ambientale e in questo periodo stiamo vivendo il
dramma delle popolazioni del Corno d’Africa. Quale riflessione ci deve sollecitare?
R.
- Una prima questione urgente è anche un’istanza di solidarietà: la comunità internazionale
in primo luogo - ma anche ognuno di noi - deve mantenere questa attenzione solidale
nei confronti di coloro che vedono la loro terra diventare inabitabile. Questo è il
primo richiamo. Il secondo è di far sì, per quanto possibile, che la Terra sia e resti
il più possibile ospitale per tutti gli esseri umani: qui giustamente il documento
- riprendendo anche le parole di Benedetto XVI - richiama il ruolo del cambiamento
climatico, anche della desertificazione di vaste zone dell’Africa, ad esempio… Accoglienza,
in questo senso, significa anche cura del Creato: far sì che la casa della famiglia
umana sia una casa abitabile per tutti.
D. - Eppure sembra che l’uomo
molto spesso dimentichi quanto sia importante aver cura della propria casa…
R.
- Questo è drammatico! Sembra quasi di sperimentare ciò che dice Paolo sulla nostra
capacità di vedere ciò che è buono, ma poi di comportarci diversamente. Credo che
un ruolo importante sia quello delle comunità religiose e in particolare anche quello
della comunità cattolica nel rilanciare e continuamente nel ribadire questa dinamica
dell’educazione: l’educazione all’accoglienza e l’educazione alla custodia della Terra.
Sono di quelle sfide che sembra di non poter mai vincere, eppure è soltanto tramite
esse che abbiamo la possibilità di trasformare in modo profondo, significativo ed
efficace quei comportamenti che al momento sembrano davvero mettere a repentaglio
l’abitabilità della nostra casa.
D. - Non è soltanto la Chiesa cattolica
a celebrare questa Giornata: ricordiamo a questo proposito anche il grande attivismo
che il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha sempre espresso in
questi anni. Nel messaggio per questa Giornata 2011 è stato molto forte: “Non si può
più mettere a tacere la distruzione che per avidità l’uomo fa dell’ambiente”. Bartolomeo
I fa ruotare tutto attorno all’azione, alla cattiva azione, dell’uomo…
R.
- Non c’è dubbio. La crisi ambientale che sperimentiamo è una crisi che è fondamentalmente
antropogenica, non soltanto antropogenica, ma certamente anche quelle dinamiche naturali,
che pure ci sono, sono drammaticamente amplificate da comportamenti umani. La percezione
di questo fatto è davvero qualcosa che le Chiese cristiane hanno imparato a condividere,
a parlarne assieme o almeno a parlarne in profonda sintonia le une con le altre. Questa
Giornata del 1° settembre è anche un’espressione di questo atteggiamento comune, per
cui oggi celebrare la Giornata del Creato è anche un evento fortemente ecumenico:
quasi a richiamare questa sintonia etimologica che lega tra loro ecumene ed ecologia.
(mg)