Pakistan. I cristiani di Quetta: “Il terrorismo non dà tregua neppure nel giorno dell'Eid
al-Fitr
“Un giorno di pace e di festa è stato trasformato in un giorno di lutto e di sciagura.
Bisogna unire gli sforzi dei cittadini musulmani e cristiani e di tutti gli uomini
di buona volontà contro il terrorismo” dice all’agenzia Fides il diacono Gulshan Barkat,
che lavora nel vicariato apostolico di Quetta, dopo il grave attentato di questa mattina,
in cui un kamikaze ha colpito la moschea della città, provocando 11 morti e almeno
20 feriti, proprio nel giorno dell’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese sacro del
Ramadan. Il diacono, che fa parte di una comunità locale di circa 30mila cattolici,
racconta a Fides: “La gente vive nella paura. Siamo sottoposti ai rischi di attentati
da parte di gruppi terroristi di diversa estrazione: vi sono quelli che da anni combattono
per l’indipendenza del Beluchistan (provincia di cui Quetta è capitale) e i gruppi
di matrice talebana, dato che la zona è al confine con l’Afganistan. L’attentato è
stato molto grave, poteva avere conseguenze ancora peggiori, in una data simbolica
di preghiera e di festa, che è l’Eid, per la fine del Ramadan. Significa che i gruppi
terroristi non intendono lasciare in pace questa regione, non intendono concedere
un giorno di preghiera e di festa. Come cristiani – conclude il diacono – ci uniamo
al cordoglio verso i nostri fratelli di fede musulmana. Ci auguriamo, comunque, che
il giorno dell’Eid possa essere un giorno di dialogo e di pace fra cristiani e musulmani,
in Beluchistan e in tutto il Paese. Auspichiamo che le autorità statali prendano ogni
misura necessaria per contrastare il terrorismo che vuole portare caos nel Paese.
Vogliamo contribuire a costruire la pace in Pakistan. Faremo la nostra parte, con
la preghiera e con l’impegno sociale”. (R.P.)