2011-08-31 12:29:54

Padre Pizzaballa e mons. Shomali: non abbiate paura di venire in pellegrinaggio in Terra Santa


“Venite in Terra Santa, non c’è nessun pericolo, Gerusalemme aspetta sempre i suoi figli”: è l’appello della Custodia di Terra Santa dopo il netto calo di pellegrini registrato negli ultimi quattro mesi. All’origine di questa diminuzione dei pellegrinaggi ci sarebbero la crisi economica e soprattutto l’instabilità della regione mediorientale. Tuttavia, "per i pellegrini non c’è nulla da temere": è quanto sottolinea il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, raggiunto telefonicamente a Gerusalemme da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

R. - Fino a maggio il numero di pellegrini era molto alto e in proporzione molto superiore all’anno precedente. Poi un po’ con la crisi internazionale ma soprattutto con i cambiamenti nel mondo arabo c’è stato un calo abbastanza sensibile e anche abbastanza improvviso fino a questi giorni. Questo ha creato un po’ di preoccupazione soprattutto all’interno della comunità cristiana le cui risorse dipendono molto spesso dall’arrivo, dalla presenza dei pellegrini. Quello che intendiamo dire è che nonostante quanto sta accadendo nel mondo arabo la Terra Santa e il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente sicuro. Non c’è nessun pericolo, nessun rischio di alcun genere e come anche nel passato non bisogna aver paura di venire per fare questa esperienza che rimane un’esperienza importante per chiunque.

D. – Anche perché è un’esperienza che non é solo per chi compie il pellegrinaggio ma evidentemente di sostegno nei confronti della comunità cristiana della Terra Santa…

R. – E’ vero, gran parte dei cristiani lavora nell’ambito del pellegrinaggio, del cosiddetto “turismo religioso”, come lo chiamano qui, per cui il pellegrino che fa un’esperienza di fede molto importante porta anche un’esperienza di solidarietà, di sostegno alla presenza alla comunità cristiana che qui, come tutti sanno, è una comunità molto piccola e bisognosa di aiuto. Ripeto, il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente sicuro, non c’è pericolo di nessun genere. Quei pochi pellegrini che sono qui in questo periodo possono testimoniare che è un’esperienza molto bella che vale la pena fare e per la quale non si deve temere assolutamente nulla. (bf)

E all’appello della Custodia di Terra Santa si unisce anche il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Al microfono di Alessandro Gisotti, il vescovo ausiliare, mons. William Shomali, si sofferma inoltre sul contributo che la figura del pellegrino offre alla pace nella regione: RealAudioMP3

R. - Mi unisco all’appello della Custodia per dire che non bisogna avere paura. La Terra Santa e l’itinerario dei pellegrini è più sicuro che mai. Questa mattina abbiamo accolto 400 senegalesi che sono venuti al Patriarcato latino ed erano contentissimi. Quelli che sono venuti negli ultimi tempi non hanno sofferto niente, al contrario sono stati tutti soddisfatti. Noi estendiamo questo appello a quanti hanno l’intenzione di venire: venite senza paura, venite in Terra Santa, ritornerete più forti che mai!

D. – Chi compie il pellegrinaggio in Terra Santa diventa anche segno di comunione con i cristiani della Terra Santa…

R. – Esatto. Ma è anche un segno di solidarietà con tutti gli abitanti perché il pellegrino è una figura di pace, una figura gradita, amata da tutti - musulmani, cristiani, ebrei e posso dire, senza esagerare, che la figura del pellegrino è un ponte fra tutti: fa un’opera di pace, non solo con la sua preghiera, ma anche con la sua presenza.

D. – In Terra Santa, c’è tensione in vista della richiesta all’Onu del riconoscimento dello Stato palestinese: quali le sue speranze anche, in questo senso, di pace?

R. – Noi aspettiamo una decisione coraggiosa da parte delle Nazioni Unite e penso che il riconoscimento di uno Stato palestinese dalle Nazioni Unite aiuti anche Israele a far diminuire la violenza nella regione e anche l’antisemitismo e l’odio che ci sono nel mondo. Penso che sia nell’interesse di Israele riconoscere uno Stato palestinese e nell’interesse dei palestinesi riconoscere il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. E’ nell’interesse di tutti avere due Stati che vivono in armonia, serenità e rispetto reciproco! (bf)







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