Padre Pizzaballa e mons. Shomali: non abbiate paura di venire in pellegrinaggio
in Terra Santa
“Venite in Terra Santa, non c’è nessun pericolo, Gerusalemme aspetta sempre i suoi
figli”: è l’appello della Custodia di Terra Santa dopo il netto calo di pellegrini
registrato negli ultimi quattro mesi. All’origine di questa diminuzione dei pellegrinaggi
ci sarebbero la crisi economica e soprattutto l’instabilità della regione mediorientale.
Tuttavia, "per i pellegrini non c’è nulla da temere": è quanto sottolinea il Custode
di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, raggiunto telefonicamente a
Gerusalemme da Alessandro Gisotti:
R. - Fino
a maggio il numero di pellegrini era molto alto e in proporzione molto superiore all’anno
precedente. Poi un po’ con la crisi internazionale ma soprattutto con i cambiamenti
nel mondo arabo c’è stato un calo abbastanza sensibile e anche abbastanza improvviso
fino a questi giorni. Questo ha creato un po’ di preoccupazione soprattutto all’interno
della comunità cristiana le cui risorse dipendono molto spesso dall’arrivo, dalla
presenza dei pellegrini. Quello che intendiamo dire è che nonostante quanto sta accadendo
nel mondo arabo la Terra Santa e il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente
sicuro. Non c’è nessun pericolo, nessun rischio di alcun genere e come anche nel passato
non bisogna aver paura di venire per fare questa esperienza che rimane un’esperienza
importante per chiunque.
D. – Anche perché è un’esperienza che non é
solo per chi compie il pellegrinaggio ma evidentemente di sostegno nei confronti della
comunità cristiana della Terra Santa…
R. – E’ vero, gran parte dei cristiani
lavora nell’ambito del pellegrinaggio, del cosiddetto “turismo religioso”, come lo
chiamano qui, per cui il pellegrino che fa un’esperienza di fede molto importante
porta anche un’esperienza di solidarietà, di sostegno alla presenza alla comunità
cristiana che qui, come tutti sanno, è una comunità molto piccola e bisognosa di aiuto.
Ripeto, il pellegrinaggio in Terra Santa è assolutamente sicuro, non c’è pericolo
di nessun genere. Quei pochi pellegrini che sono qui in questo periodo possono testimoniare
che è un’esperienza molto bella che vale la pena fare e per la quale non si deve temere
assolutamente nulla. (bf)
E all’appello della Custodia di Terra Santa si
unisce anche il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Al microfono di Alessandro Gisotti,
il vescovo ausiliare, mons. William Shomali, si sofferma inoltre sul contributo
che la figura del pellegrino offre alla pace nella regione:
R. - Mi
unisco all’appello della Custodia per dire che non bisogna avere paura. La Terra Santa
e l’itinerario dei pellegrini è più sicuro che mai. Questa mattina abbiamo accolto
400 senegalesi che sono venuti al Patriarcato latino ed erano contentissimi. Quelli
che sono venuti negli ultimi tempi non hanno sofferto niente, al contrario sono stati
tutti soddisfatti. Noi estendiamo questo appello a quanti hanno l’intenzione di venire:
venite senza paura, venite in Terra Santa, ritornerete più forti che mai!
D.
– Chi compie il pellegrinaggio in Terra Santa diventa anche segno di comunione con
i cristiani della Terra Santa…
R. – Esatto. Ma è anche un segno di solidarietà
con tutti gli abitanti perché il pellegrino è una figura di pace, una figura gradita,
amata da tutti - musulmani, cristiani, ebrei e posso dire, senza esagerare, che la
figura del pellegrino è un ponte fra tutti: fa un’opera di pace, non solo con la sua
preghiera, ma anche con la sua presenza.
D. – In Terra Santa, c’è tensione
in vista della richiesta all’Onu del riconoscimento dello Stato palestinese: quali
le sue speranze anche, in questo senso, di pace?
R. – Noi aspettiamo
una decisione coraggiosa da parte delle Nazioni Unite e penso che il riconoscimento
di uno Stato palestinese dalle Nazioni Unite aiuti anche Israele a far diminuire la
violenza nella regione e anche l’antisemitismo e l’odio che ci sono nel mondo. Penso
che sia nell’interesse di Israele riconoscere uno Stato palestinese e nell’interesse
dei palestinesi riconoscere il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. E’ nell’interesse
di tutti avere due Stati che vivono in armonia, serenità e rispetto reciproco! (bf)