Nepal: la Chiesa chiede al neo premier “garanzie per uno Stato laico e per i diritti
dei cristiani”
“La sfida principale del nuovo Primo Ministro Baburam Bhattarai è quella di unire
e pacificare il Paese. Nutriamo buone speranze anche per la condizione delle minoranze
religiose (e dei cristiani), e sulla libertà religiosa: Bhattarai, prima dell’elezione,
ci ha detto espressamente che concorda con le nostre posizioni e che opererà per il
pieno rispetto dei diritti e delle nostre prerogative”: è quanto afferma, in un colloquio
con l’agenzia Fides, il sacerdote nepalese padre Silas Bogati, all’indomani dell’elezione
del nuovo Primo Ministro, esprimendo la posizione della Chiesa nepalese. Padre Bogati,
ex direttore della Caritas nazionale, ha operato nel gruppo redazionale che ha sottoposto
ai membri dell’Assemblea Costituente, impegnata a redigere la nuova Carta Costizionale,
un documento che ricorda i diritti e le libertà delle minoranze religiose, il diritto
della coscienza individuale di “cambiare il proprio credo”, auspicando la costruzione
di un Nepal laico e democratico, rispettoso delle libertà e dei diritti di tutti,
senza discriminazioni. Nei giorni scorsi la Chiesa, altre comunità religiose e diverse
Ong hanno sollevato, in particolare, la questione della normativa contenuta nell’art.
160 nel nuovo Codice Penale (che sarò approvato insieme alla nuova Costituzione) riguardante
il “divieto di conversione da una religione all’altra”. Oggi padre Bogati si dice
“fiducioso che il nuovo Premier possa orientare positivamente anche la discussione
su questi temi nei prossimi tre mesi”, dopo la proroga concessa fino al 30 novembre
ai lavori della Costituente. “Bhattarai – afferma il sacerdote – è persona dalle idee
progressiste e ha assicurato che completerà il processo di pace entro sei mesi. La
popolazione nutre grandi aspettative. Uno degli impegni principali sarà la redazione
definitiva della nuova Costituzione, che può dare un reale svolta al Paese, disegnando
una nazione realmente laica e democratica. Finora – aggiunge – questa promessa non
è stata mantenuta e, se così non fosse, per le minoranze religiose resterebbe una
condizione di generale insicurezza”. Bhattarai, del partito maoista, ha ottenuto 340
voti su 601 nel Parlamento nepalese. (R.P.)