Giappone: la Chiesa chiede al neo premier Noda “più collaborazione fra Stato e religioni”
Yoshihiko Noda, il nuovo Primo ministro del Giappone eletto oggi, “è un politico giovane
e questo ci infonde molte speranze, specialmente nelle difficoltà presenti”, dice
all’agenzia Fides mons. Isao Kikuchi, vescovo di Niigata e presidente della Caritas
Giappone. “L’ex Primo Ministro Kan non è stato così veloce nel gestire le operazioni
di soccorso, all’indomani del terremoto e dello tsunami. Speriamo che il nuovo Premier
mostri una leadership più forte nell’organizzare le operazioni di ricostruzione e
di ripresa, dopo la tragedia che ci ha colpito – nota il vescovo – anche contando
e riconoscendo di più l’opera delle comunità religiose. La Caritas – prosegue – ha
lavorato alacremente e ha aperto un Centro per gli aiuti umanitari nella diocesi di
Sendai, la più colpita dallo tsunami. Abbiamo inviato molti volontari e, dopo questa
dolorosa esperienza, il nome della Caritas è molto rispettato e apprezzato, tutti
hanno un’ottima opinione di noi”. Sulla gestione degli aiuti, “abbiamo lavorato a
stretto contatto con le autorità civili locali, ma non abbiamo avuto contatti diretti
con il governo nazionale”, spiega il vescovo. “La sfida odierna allora – nota mons.
Isao Kikuchi – potrebbe essere quella di stabilire maggiori contatti con il governo
nazionale. Il punto è che l’esecutivo giapponese tiene tradizionalmente a distanza
le organizzazioni religiose. Ciò è stato stabilito all’indomani della Seconda guerra
mondiale, per evitare gli errori del passato, quando i vertici dello Stato erano molto
condizionati dal credo scintoista. Ma oggi i tempi sono cambiati: credo che, attraverso
organizzazioni umanitarie come la Caritas e le Ong di ispirazione religiosa, si possa
avviare una stabile e proficua collaborazione fra governo e comunità religiose, per
il bene della popolazione e dell’intero Paese”. (R.P.)