FMI: rallenta la crescita mondiale. In Italia il governo riscrive la manovra. L'allarme
di Confcooperative
L'economia globale sta rallentando, la volatilità dei mercati finanziari è aumentata
e, per i prossimi mesi, le previsioni non sono rosee: i rischi al ribasso per la crescita
sono in aumento. Queste le previsioni del Fondo monetario internazionale, nella bozza
del World Economic Outlook. Per quanto riguarda l’Unione Europea, ieri a Bruxelles
si è fatto il punto della situazione economica dopo gli attacchi speculativi di agosto.
Laura Serassio:
E nel giorno
in cui due delle più grandi banche elleniche, Alpha Bank ed Eurobank, annunciano la
loro fusione, ha preso il via ieri in Grecia una nuova missione della troika di Fondo
monetario internazionale, Unione europea e Banca centrale europea per discutere la
sesta tranche di aiuti ad Atene, da varare a settembre. Ce ne parla l’economista Francesco
Carlà, intervistato da Giada Aquilino:
R. – La
troika punta soprattutto a verificare se la Grecia sia in linea con i numeri che doveva
presentare per ricevere la sesta tranche degli aiuti previsti. A quanto pare non sarebbe
in linea. Aveva promesso di tagliare il deficit pubblico al 7,6 per cento del Pil
entro la fine di quest’anno, dal 10,5 del 2010. Questi numeri significano molto per
la situazione finanziaria della Grecia, per la sua capacità di continuare a ricevere
gli aiuti previsti. Come forse ricordiamo, c’è anche la Finlandia che vuole garanzie
speciali per la sua quota di finanziamento alla Grecia.
D. - Tra i sacrifici
richiesti ad Atene c’è anche il piano di privatizzazione delle imprese statali. A
cosa servirà?
R. – Questa, da un punto di vista politico, è una delle
parti più spinose della faccenda greca come, in generale, quando si parla di privatizzazione
e liberalizzazione anche in Italia: privatizzare aziende pubbliche, infatti, significa
per la politica mollare la presa su tutta una serie di cose, a partire dalle nomine
dei dirigenti per finire con la capacità di assumere, quindi col clientelismo.
D.
– C’è stata una riapertura in rialzo per le borse europee. Nonostante il presidente
della Fed, Bernanke, abbia scongiurato, ma solo per il momento, interventi ulteriori
a sostegno dell’economia statunitense, c’è da aspettarsi ancora un periodo di contrattazioni
altalenanti in Borsa?
R. – Sicuramente sì. In questo momento i mercati
stanno dando una pausa ai politici. Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che la Bce
è intervenuta, ha dimostrato di avere la capacità politica - perché la Bce è un’istituzione
politica prima che finanziaria - per intervenire, anche a difesa dell’Italia e della
Spagna che sono due grossi Paesi. E’ un po’ come se la Bce stesse “comprando tempo”
ai politici e i mercati stessero aspettando. Ci sono due mercati che contano: da una
parte il mercato delle obbligazioni di Stato, dei titoli di Stato, e dall’altro i
mercati finanziari, nel senso delle Borse. Quindi da una parte c’è un problema legato
alla capacità della politica europea di trovare una soluzione più stabile alla questione
dei debiti sovrani e dall’altra c’è lo spauracchio che la crisi economica possa mordere
sulle aziende e quindi sui mercati borsistici. (bf) Siamo sempre aperti ai
contributi dell'opposizione, tuttavia ho subito visto stamane che le critiche come
al solito sono aumentate". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
dopo che ieri il vertice di Arcore ha riscritto la manovra. Sentiamo Giampiero Guadagni:
E il mondo
della cooperazione parla di un attacco politico. Alessandro Guarasci ha sentito il
presidente di Confcooperative Luigi Marino R. – Non c’è dubbio,
altrimenti non si spiegherebbe perché dopo tre interventi, negli ultimi 10 anni, sul
regime fiscale delle cooperative e anche sulla normativa civilistica delle cooperative,
dopo tre accordi, ad ogni finanziaria, in ogni momento delicato, si tira fuori questo
problema che tra l’altro si è ridotto a un piccolo cuoricino di un carciofo che è
stato sfogliato in passato.
D. – Che cosa pensate di fare a questo punto, chiedete
un incontro al governo, che cosa?
R. – Noi, abbiamo chiesto un incontro al
governo proprio questa mattina ma è sorprendente che in un Paese civile come l’Italia
in un vertice di maggioranza si assuma una decisione che tocca milioni di soci e milioni
di dipendenti senza assolutamente parlarne con le categorie interessate e questo dopo
tanti incontri nella sala verde, dopo tanti pourparler… Lo abbiamo interpretato come
un blitz, un blitz per non rispondere alle nostre osservazioni molto motivate sul
merito e sull’entità del provvedimento.
D. – Secondo lei è a rischio il futuro
della cooperazione in Italia?
R. – Non c’è dubbio. Se il provvedimento dovesse
essere preso, sarebbe paradossale: sono poche decine di milioni di euro, nulla per
lo Stato molto per il movimento cooperativo, che però inciderebbero sulla struttura
civilistica delle cooperative e quindi sull’essenza stessa delle cooperative.