Vietnam: il governo libera 10mila prigionieri. La Chiesa: si pensi anche a quanti
lottano per la democrazia
Il Presidente del Vietnam, Truong Tan Sang, ha ordinato la liberazione di oltre 10.000
prigionieri in base a una amnistia, concessa annualmente in occasione della festa
dell’indipendenza nazionale, celebrata il 2 settembre. Secondo le prime informazioni
riportate dall'agenzia Fides, si tratta di persone messe in carcere per reati comuni,
e non vi sono fra i detenuti liberati dissidenti politici di alto rango. Vi sarebbero,
invece, alcuni rappresentanti delle minoranze etniche, provenienti dagli Altipiani
centrali del Vietnam. In quell’area vi sono, a lottare per la libertà religiosa e
per il rispetto dei diritti umani, i cosiddetti “montagnard” ( popoli delle montagne),
che sono in larga maggioranza cristiani, da sempre repressi ed emarginati dal governo
vietnamita. Fra i 10.535 detenuti che saranno liberati, 11 sono stranieri, che stavano
scontando pene per reati di criminalità comune. La liberazione dei detenuti è una
consuetudine, in occasione della festa per l’indipendenza: 17mila ne furono liberati
l’anno scorso, 5.000 nel 2009. Mons. Paul Nguyen Thai Hop, vescovo di Vinh e presidente
della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Vietnam, ha commentato
all’agenzia Fides: “L’amnistia è un provvedimento che si ripete ogni anno e tocca
spesso detenuti per reati di sicurezza e non persone in carcere per motivi di coscienza.
Non abbiamo ancora la lista ufficiale delle persone liberate. Quello che la popolazione
chiede è che ci si ricordi, in questa occasione, anche di quanti sono in prigione
per motivi politici e di coscienza, persone che lottano per la libertà, i diritti,
la giustizia, la democrazia. E’ comunque una buona notizia che siano liberati alcuni
membri delle minoranze etniche degli Altipiani centrali”. La Commissione Giustizia
e Pace dei vescovi, conclude, “segue la situazione del rispetto dei diritti umani,
della pace e della giustizia in Vietnam con grande attenzione, anche confrontandosi
con intellettuali non cattolici e con membri de partito comunista”. Il Codice Penale
vietnamita applica la pena del carcere a tutti coloro che criticano pubblicamente
l’esecutivo. La giustizia vietnamita ha punito con lunghe condanne al carcere rappresentanti
cristiani e gruppi politici non riconosciuti dal governo. Secondo la Commissione per
i Diritti umani del Vietnam vi sono nelle prigioni vietnamite almeno 258 prigionieri
politici e di coscienza, detenuti solo per le loro idee. (R.P.)