2011-08-28 11:26:54

Settimana liturgica italiana. Mons. di Molfetta: liturgia, azione di Dio che cambia la vita


Si è svolta in questi giorni a Trieste la 62ma Settimana Liturgica Nazionale italiana, organizzata come ogni anno dal Centro Azione Liturgica per suscitare nelle diocesi italiane un rinnovato interesse alla liturgia. In sintonia con gli Orientamenti dei vescovi italiani per il decennio appena iniziato, il tema del raduno ecclesiale di quest’anno è stato: ‘Dio educa il suo popolo, la liturgia, sorgente inesauribile di catechesi’. Mons. Felice di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano e presidente del Centro Azione Liturgica, sintetizza i temi dell’incontro al microfono di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

R. - Gli interventi sono stati calibrati in maniera tale da evidenziare nell’ambito dello slogan “Dio educa il suo popolo” l’aspetto del primato di Dio e tutto questo si è compiuto a partire dagli aspetti biblici perché è Dio che educa il suo popolo ed è lui che istruisce e conduce il popolo verso gli orizzonti della luce fino ad arrivare a quello che costituisce il grembo vitale della liturgia che è sempre il luogo in cui Dio si rivela: la celebrazione. Sotto questo profilo la liturgia educa attraverso i gesti, i segni, le parole che costituiscono il passaggio di Dio: è la grammatica dell’Incarnazione di Dio che raggiunge l’hic et nunc, il qui ora, la comunità credente, e rivolge la sua parola. Nella liturgia il Signore si rende vivo e presente in vista di questo processo educativo.

D. – Mons. di Molfetta, nel suo messaggio per la vostra settimana il Papa ha sottolineato il primato di Dio nell’azione liturgica. Quali le conseguenze pratiche che nascono da questa affermazione?

R. – Certo, quando parliamo di primato di Dio vogliamo entrare nella considerazione che Dio non è una entità astratta ma è una persona con cui relazionarsi e il luogo in cui ci si relaziona, in cui Dio si rende presente, è sempre quella che noi chiamiamo “liturgia”, epifania del mistero, dove l’irraggiungibile diventa raggiungibile attraverso la sua Parola. Nella misura in cui si prende parte ad un’azione liturgica, nel momento in cui incontriamo il totalmente “Altro” ed entriamo in comunione con Lui, la vita cambia totalmente. Il primato della liturgia è proprio questo: fare entrare attraverso i suoi gesti, i suoi segni, questa benefica irruzione di Dio che entra qui e ora nella storia in cui si celebra ed è lui che educa, sollecita, richiama, invita ad una vita buona. Perciò ogni azione liturgica porta sempre questa valenza fortemente sociale e possiamo dire anche politica: attenzione alla polis, attenzione ai disagi e agli affari di una vita quotidiana.

D. – Ci sono però casi in cui si verifica una cattiva cura della liturgia. Quali le conseguenze?

R. – Possiamo dire che ci sono alcuni aspetti in cui il primato anziché essere dato a Dio forse viene dato a colui che presiede che forse è mosso da attenzioni verso il popolo e scende anche ad alcune espressioni che possono essere popolari pensando di accattivarsi la simpatia di coloro che partecipano. Ci possono essere anche alcuni atteggiamenti che hanno il senso della sciatteria perché la liturgia educa alla bellezza, quindi ci può essere anche questo pericolo. Ma credo che laddove ci siano presbiteri e persone che amano il dato della Rivelazione che si incarna nell’azione liturgica questo non possa avvenire. (bf)







All the contents on this site are copyrighted ©.