L'uragano Irene si abbatte su New York, ma è declassato a tempesta tropicale
“Il tempo per evacuare è scaduto, ora dovremo fare i conti con Madre Natura”. Così
il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha parlato stanotte agli abitanti della
città raccomandando loro di restare in casa in vista del picco dell’uragano Irene
che si sta abbattendo su New York e che in queste ore è stato declassato a tempesta
tropicale. Oltre 50mila persone sono già senza luce, i fiumi Hudson e East River hanno
rotto gli argini e si teme un'inondazione del porto. Il servizio di Roberta Barbi:
È l’immagine
di una New York spettrale, quella rimandata dai televisori di tutto il mondo, ben
diversa dalla brulicante Grande Mela. Strade deserte, uffici abbandonati e negozi
ormai chiusi, ma prima presi d’assalto dalla popolazione a caccia di generi alimentari
e di carburante: in 370mila, i newyorkesi che abitano le zone costiere, sono stati
evacuati e di questi, 5300 sono ospitati nei rifugi allestiti; agli altri è stato
raccomandato di rimanere in casa. Anche i trasporti pubblici sono bloccati e se si
aggiungono a questi gli aeroporti ovviamente serrati, con circa 10mila voli annullati
e la semiparalisi del traffico aereo in tutto il mondo, New York è davvero in queste
ore una città isolata, in cui piove sempre più forte e in cui i venti soffiano raffiche
da oltre 100 km all’ora che fanno oscillare i grattacieli. Fa paura Irene, nonostante
il suo declassamento a tempesta tropicale, quasi una tempesta tropicale, che proprio
in queste ore sta scatenando la sua furia su New York, dopo aver ucciso 10 persone
con il suo passaggio su Virginia e North Carolina. Non solo New York, dunque, che,
come se non bastasse, oggi è stata colpita anche da un nuovo terremoto di magnitudo
2.9 con epicentro nella capitale dello Stato, Albany: l’uragano si stima che colpirà
in vario modo circa 65 milioni di persone, con lo stato di emergenza proclamato dal
presidente Obama in 10 Stati. Chiusi anche gli aeroporti di Boston e Philadelphia,
migliaia le persone senza corrente elettrica e senza linea telefonica; in via precauzionale
è stata spenta anche la centrale nucleare di Oyster Creek, nel New Jersey, mentre
il reattore di Calvert Cliffs, nel Maryland, si è spento da solo attivando le procedure
di sicurezza. Ora New York attende l’occhio del ciclone e l’alta marea, con i livelli
dei fiumi East River e Hudson che aumentano continuamente, e presto potrebbe rimanere
completamente al buio: sono già 8300 i residenti rimasti senza luce, mentre tornado
locali sono stati già avvistati a Brooklyn e nel Queens.