Il Papa all'Angelus: solo Dio può dare all'uomo la gioia che non passa, non bastano
successo e benessere, ma la via è quella della croce
“Il cristiano segue il Signore quando accetta con amore la propria croce”: è quanto
ha detto oggi il Papa all’Angelus, a Castel Gandolfo. Grande l'entusiasmo dei pellegrini
presenti. Il servizio di Sergio Centofanti.
Solo Dio
può dare agli uomini la gioia che non passa, non bastano il successo e il benessere,
ma la via che porta alla felicità è quella misteriosa della croce: il Papa prende
lo spunto dal Vangelo odierno in cui Gesù annuncia ai discepoli che dovrà morire e
poi risorgere. Pietro protesta, si ribella. “Appare evidente la divergenza tra il
disegno d’amore del Padre, che giunge fino al dono del Figlio Unigenito sulla croce
per salvare l’umanità, e le attese, i desideri, i progetti dei discepoli”:
“E
questo contrasto si ripete anche oggi: quando la realizzazione della propria vita
è orientata solamente al successo sociale, al benessere fisico ed economico, non si
ragiona più secondo Dio, ma secondo gli uomini. Pensare secondo il mondo è mettere
da parte Dio, non accettare il suo progetto di amore, quasi impedirgli di compiere
il suo sapiente volere”.
Per questo Gesù dice a Pietro una parola
particolarmente dura: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo»:
“Il
Signore insegna che «il cammino dei discepoli è un seguire Lui, andare dietro di Lui,
il Crocifisso. In tutti e tre i Vangeli spiega tuttavia questo seguirlo nel segno
della croce … come il cammino del “perdere se stesso”, che è necessario per l’uomo
e senza il quale non gli è possibile trovare se stesso» (Gesù di Nazaret, Milano 2007,
333)”.
Come ai discepoli, così anche a noi Gesù rivolge l’invito:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi
segua»:
“Il cristiano segue il Signore quando accetta con amore la
propria croce, che agli occhi del mondo appare una sconfitta e una ‘perdita della
vita’, sapendo di non portarla da solo, ma con Gesù, condividendo il suo stesso cammino
di donazione … Accettando volontariamente la morte, Gesù porta la croce di tutti gli
uomini e diventa fonte di salvezza per tutta l’umanità”.
“Ce
chemin est exigeant, car il demande une conversion permanente… La via
della croce – ha detto dopo la preghiera dell'Angelus ai pellegrini di lingua francese
– è un cammino “esigente, perché richiede una conversione permanente del nostro cuore,
lasciandoci trasformare dalla volontà di Dio. Non abbiamo paura di impegnarci, perché
questo è un cammino di vita!”
La croce non è un cammino di annichilimento,
ma di abbandono fiducioso nelle mani di Dio. La croce è liberante perché vince “ il
peccato di presunzione” dell’uomo che pensa di trovare la gioia da se stesso. Ma solo
Dio "è in grado di soddisfare il nostro più intimo anelito alla felicità eterna”.
Benedetto XVI lo precisa parlando ai pellegrini di lingua tedesca, ricordando un pensiero
di Sant'Agostino, di cui oggi la Chiesa fa memoria:
“Willst du ewig
Freude haben, hange Jenem an, der ewig ist... "Se tu vuoi avere gioia
eterna, aggrappati a Colui che è eterno". La felicità che non passa - ha proseguito
– “è il desiderio più profondo di ogni persona. Solo Dio dona questa gioia eterna".
Ma bisogna aprirsi al suo amore.
Il Papa rivolge, quindi, un augurio
cordiale a mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, a mons. Bruno Musarò, da poco
nominato nunzio apostolico a Cuba, e a mons. Filippo Santoro, vescovo di Petropolis,
in Brasile, come pure a 17 sacerdoti presenti all’Angelus in occasione del 40° anniversario
di Ordinazione sacerdotale.
Grande l'entusiasmo dei presenti, molti
dei quali giovani, che hanno ricreato l'atmosfera della Gmg di Madrid:
"Questa
è la gioventù del Papa!".
(Il Papa): “Grazie ... Auguro
a tutti buona Domenica. Grazie del vostro entusiasmo!