Il Meic a Camaldoli: non tanto la cultura laicista, ma la società del benessere erode
i valori cristiani
«Il futuro prossimo delle nostre città o sarà un coordinamento di diversità o sarà
un fallimento. I credenti sono chiamati a impegnarsi per dare un volto positivo a
questa unità». Il presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic),
Carlo Cirotto ha chiuso venerdì scorso i lavori della Settimana teologica di Camaldoli
su «Le religioni nella città». La giornata conclusiva della Settimana teologica –
riferisce L’Osservatore Romano - ha visto gli oltre centoventi partecipanti impegnati
a riflettere sul rapporto tra cristianesimo e città. «Nonostante l’esistenza — ha
annotato Marta Margotti, storica dell'Università di Torino — di un tessuto cattolico
ancora consistente, formato da parrocchie, associazioni, gruppi e congregazioni religiose
artefici di rilevanti iniziative spirituali e sociali, emerge la difficoltà di una
parte della Chiesa italiana ad “abitare” la città» . E questo non tanto per gli attacchi
di quella che viene definita «cultura laicista», quanto «per la lenta, sottile e all’apparenza
inarrestabile erosione dell’appartenenza religiosa avvenuta nella società del benessere».
Occorre allora «sollecitare la capacità di critica verso il potere che schiaccia l’umanità»,
«alimentare lo spirito di libertà contro l’assuefazione ai conformismi della politica,
interrogarsi sulle conseguenze della globalizzazione nella vita dei singoli e delle
comunità». Ciò significherebbe — ha concluso Margotti — «non soltanto accrescere la
capacità di reazione dei singoli alla variabilità e all’imprevedibilità delle situazioni,
ma anche recuperare in modo vitale il messaggio evangelico». Durante i lavori di giovedì,
il Meic ha rilanciato il suo impegno per una «laicità includente», aperta a credenti
e non, basata sulla mediazione culturale e capace di accogliere i nuovi cittadini.
Negli interventi del filosofo Roberto Gatti, del costituzionalista Luigi D’Andrea
e dell’avvocato Francesco Russo è stata sottolineata la necessità di una nuova educazione
alla cittadinanza, e a partire da questa un nuovo patto di cittadinanza basato sui
principi della Costituzione.