2011-08-27 15:16:54

Perdonanza Celestiniana. Il priore di Bose: il perdono umanizza la società


Si rinnova domani e domenica all’Aquila la centenaria tradizione della “Perdonanza Celestiniana”, con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria: si tratta di un evento collegato all’elezione di Papa Celestino V verso la fine del XIII secolo. Domani alle 18, nel Piazzale di Santa Maria di Collemaggio, il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, presiederà il rito di apertura della “Porta Santa” e la Santa Messa stazionale concelebrata dai vescovi di Abruzzo e Molise. Domani l’arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, presiederà alle 18.00 la Santa Messa stazionale di conclusione della Perdonanza e il rito di chiusura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio. Ma qual è il significato della “Perdonanza Celestiniana”? Fabio Colagrande lo ha chiesto al priore della Comunità Monastica di Bose, Enzo Bianchi, che proprio stasera terrà nella Basilica di Collemaggio una Lectio divina sul perdono:RealAudioMP3

R. - Noi abbiamo bisogno del perdono: la nostra società è una società che ha difficoltà a perdonare, anche nel quotidiano. Allora questa memoria del perdono, questo poter iniziare una vita nuova, questo ricominciare che ci dà solo il perdono rappresenta veramente una dinamica di cui l’uomo e la vita spirituale hanno bisogno. Altrimenti nelle nostre vite, c’è una vecchiezza non soltanto che incombe, ma che finirebbe per consumarci, non permettendoci mai di essere creature nuove in Cristo. Grazie al suo perdono e alla sua misericordia, ci concede di ricominciare da capo una vita nuova.

D. - Ma apparentemente non c’è spiegazione alla logica del gesto gratuito del perdono: è un’offerta fatta addirittura a chi ha osteggiato il donatore…

R. - Per forza, è Gesù che ci ha insegnato così. Gesù ha ammonito: “Fate del bene a quelli che vi fanno del male”; “Pregate per quelli che vi perseguitano”; “Amate i vostri nemici”; “Perdonate fino a 70 volte 7”. Qui è lo specifico del cristianesimo: in nessun’altra religione c’è questa centralità della misericordia e del perdono come all’interno della religione cristiana. Per noi dovrebbe davvero essere una fonte per la nostra vita, per il nostro vivere quotidiano perdonare sempre gli altri e - come diceva Giovanni Paolo II - “facendo entrare il perdono nel concetto di giustizia”. Questo non soltanto - sempre secondo le parole di Giovanni Paolo II - a livello personale, ma anche a livello politico, nei rapporti tra Stati: a questo si deve assolutamente arrivare, in modo da garantire un’umanizzazione per tutti e in ogni rapporto internazionale. Fu una parola profetica, direi un accrescimento, una novità nel Magistero che arrivava a declinare che “opus iustitiae pax”, “opera della giustizia è la pace”: ma in quella giustizia ci deve essere il perdono! (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.