Memoria di Santa Monica. Il cardinale Antonelli: una donna che insegna l'amore intelligente
La Chiesa celebra oggi la memoria di Santa Monica, madre di Sant’Agostino, donna dalla
fede salda e modello di sposa cristiana. La si ricorda particolarmente preoccupata
per il figlio, che amava i piaceri, mirava con orgoglio al successo ma era tormentato
dalla ricerca della verità. Pur legata ad Agostino, Monica è stata capace di distaccarsene
serenamente quando, dopo averlo visto battezzato, percepisce la pienezza della sua
vita in Dio. Morta ad Ostia nel 387, pare proprio il 27 agosto, le sue reliquie oggi
sono custodite a Roma, nella Chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio, dove questo
pomeriggio, alle 18.30, presiederà la solenne Messa pontificale a lei dedicata il
cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Tiziana Campisi ha chiesto al porporato quali spunti di riflessione offre la
figura di Santa Monica nel mondo attuale:
R. – Per
prima cosa mi pare che dica molto sulla necessità della preghiera, della pazienza,
dell’amore “intelligente” che bisogna avere in famiglia. Sant’Agostino ricorda tante
volte nelle Confessioni l’intensità, la perseveranza nella preghiera di questa donna
per ottenere da Dio la conversione del marito che era pagano e anche per ottenere
da Dio la conversione del figlio Agostino. Seconda cosa, la pazienza: ha subito molte
amarezze, molte delusioni, forme di irascibilità del marito, però lei era così abile,
così intelligente da non prenderlo mai di punta, da non correggerlo o da non ribattere
immediatamente; se mai doveva fare osservazioni le faceva quando la tempesta era passata.
Un modo intelligente, per questo dico anche amore “intelligente”. Lo stesso con il
figlio. Non ha cercato di legarlo in tutti i modi a sé, ne ha rispettato pienamente
la libertà, ma nello stesso tempo lo ha accompagnato sempre con la preghiera e quando
ha potuto anche con la vicinanza fisica.
D. – Nel contesto sociale di
oggi la figura di Monica come può aiutare la donna?
R. - Fa comprendere
l’importanza, la necessità della presenza femminile, sia nella famiglia sia anche
nella società e nella Chiesa. Monica è madre nei confronti di Agostino nel senso che
non solo lo ha generato fisicamente, ma lo ha generato anche spiritualmente, e con
lui gli altri, perfino il marito. Una maternità spirituale, dunque, che è fondamentale
per la crescita umana e cristiana delle persone. In fondo, questo a me sembra essere
il ruolo più necessario della donna nella Chiesa e nella società: essere maestra di
rapporti umani, testimone e maestra di fede, di amore, di vita di comunione.
D.
– In che modo la figura di Santa Monica avvicina a Dio?
R. – Questo
coraggio, questa forza, questa creatività nei rapporti, questa sua presenza discreta,
intelligente, ma anche continua, molto assidua, questa sapienza di vita la riceve
da Dio in definitiva, e allora in lei - lo dice Sant’Agostino stesso - le persone
che la avvicinavano vedevano la presenza di Dio. Credo che questo sia importante.
La donna, ma non solo la donna, il cristiano in generale, la famiglia cristiana, deve
tornare ad essere un luogo di spiritualità, di preghiera, di amore reciproco, di amore
verso tutti, in modo che si veda, si tocchi con mano che Dio è presente, che Cristo
è presente. Gli uomini di oggi hanno bisogno di vedere che Cristo è vivo, che Cristo
è presente. (bf)