Libia: Gheddafi sarebbe pronto a trattare con gli insorti
In Libia la caccia a Gheddafi si concentra ancora a Sirte, continuamente bombardata
dalla Nato, ma i ribelli ammettono: "Non sappiamo dove sia" e anche Algeri smentisce
le voci secondo cui il Colonnello e i suoi figli si troverebbero nel suo territorio.
In un magazzino di Tripoli il ritrovamento di 53 cadaveri, forse persone giustiziate
all’inizio della settimana. intanto il portavoce di Gheddafi ha detto che il colonnello
adesso sarebbe pronto ad affidare al figlio al-Saadi l'incarico di negoziare con i
ribelli la formazione di un nuovo governo di transizione. Il portavoce del raìs, Moussa
Ibrahim lo ha annunciato durante una telefonata fatta alla redazione dell'Associated
Press di New York. Ma gli insorti guadagnano terreno assicurando a breve la totale
conquista della capitale. Tuttavia il Consiglio nazionale di transizione lancia l’allarme:
a Tripoli ora è emergenza umanitaria. Cecilia Seppia Per
un aggiornamento della situazione sul terreno, Linda Giannattasio ha raggiunto
telefonicamente a Tripoli, Cristiano Tinazzi, giornalista freelance:
R. – Sono
tornato ad est di Tripoli, nel quartiere di Souk al Jum. Questa zona è totalmente
sotto il controllo delle forze ribelli. Ieri sera, però, qui sono stati portati una
decina di prigionieri, presumibilmente libici ed alcuni anche africani. Mi hanno detto
che li avevano portati dove prima venivano detenuti i prigionieri politici. Mi sembra
che alcuni fossero dell’Africa subsahariana e qualcuno del Corno d’Africa. Sta di
fatto che stanno facendo rastrellamenti e controlli.
D. – Si rincorrono
le voci su dove possa essere Gheddafi: dopo Sirte, oggi si parla di Algeria. Potrebbe
avere un fondamento questa notizia?
R. – Ogni giorno c’è una notizia
diversa. Gheddafi è stato situato in tutti i posti possibili, ma in realtà nessuno
sa con certezza dove sia. Tra l’altro, Al 'Aziziyah ancora non sono riusciti a conquistarla
del tutto: ha una dimensione enorme, di circa 60 ettari e ci sono inoltre delle mine
anti-uomo. Personalmente, ne ho trovata una a pochi centimetri da dove stavo camminando.
La zona, quindi, non è stata affatto bonificata e probabilmente ci sono dei cunicoli
anche in altre zone della città. Nessuno è ancora mai andato lì sotto, quindi potrebbe
anche trovarsi sotto ad Al 'Aziziyah.
D. – Sono oltre 200 i corpi trovati
morti in un ospedale ad Abu Slim: pazienti morti abbandonati perché i lealisti hanno
impedito l’ingresso ai medici. Sapete nulla a riguardo?
R. – Le notizie
sono contraddittorie. Avevo addirittura ricevuto delle informazioni per cui si trattava
di corpi dei soldati di Gheddafi. I fotografi, invece, mi hanno confermato che non
erano libici. Potrebbe anche essere che ci siano morti da entrambe le parti.
D.
– Si sa nulla dei tre cittadini italiani che sarebbero stati rinchiusi per un mese
nel carcere di Abu Slim?
R. – Li ho incontrati. Sono tre ex militari
che lavorano per un’agenzia di sicurezza con sede a Dubai. Hanno detto di aver ricevuto
una chiamata via Internet, da una persona che non conoscevano, per andare a Ben Garden
ed incontrare lì una persona per motivi di lavoro. Dicono che poi, durante la notte,
si sarebbero spostati a Ben Garden e, in quel momento, sarebbero stati presi dalle
forze di Gheddafi direttamente dal territorio tunisino e portati in Libia. Ci sono
però molti "buchi" nel loro racconto.
D. – Si fa sempre più grave l’emergenza
umanitaria. Qual è la situazione, per quanto riguarda questo fronte?
R.
– I negozi che erano stati chiusi per più di una settimana, hanno aperto per dare
da mangiare alle persone, però si trova davvero poco sugli scaffali. Ieri, per tutto
il giorno e per tutta la notte, è mancata l’elettricità in tutta la città. Dal punto
di vista sanitario, invece, si registra la mancanza di acqua in alcuni quartieri.
Qui dove mi trovo non c’è acqua corrente e questa mancanza si fa sentire davvero molto,
perché ci sono 40 gradi e fa caldissimo. Spesso non c’è la linea telefonica e non
si riesce a comunicare. Insomma, la situazione è di totale precarietà. (vv)