Settanta periodici diocesani con una tiratura media mensile di 650.000 copie. Questi
i numeri della stampa cattolica in Messico che, negli ultimi anni, ha fatto registrare
un incremento di pubblicazioni. Se ne è parlato recentemente anche nel corso del convegno
nazionale su «L’identità della stampa cattolica». Lo riferisce L’Osservatore Romano.
«Si tratta — ha detto padre Antonio Camacho Muñoz, segretario esecutivo della Commissione
per la pastorale della comunicazione sociale (Cepcom), della Conferenza episcopale
messicana — di una tiratura importante con una forza enorme che credo stiamo sottovalutando».
Il sacerdote ha sottolineato la possibilità e la necessità «di creare una rete di
periodici cattolici, di pagine in rete e di un portale cattolico dei periodici e delle
riviste distribuite nelle diocesi del Messico».Il recente convegno, oltre ad aver
analizzato gli aspetti teologici e le strategie di distribuzione dei media cattolici,
ha consentito ai numerosi partecipanti di conoscere più da vicino la stampa cattolica,
individuando i criteri a cui ispirarsi e come essa è distribuita nel Paese. «Uno degli
obiettivi da realizzare al più presto — ha spiegato il presidente della Cepcom, monsignor
Luis Artemio Flores Calzada, vescovo di Valle de Chalco — è quello di creare una rete
di periodici diocesani che ci aiuti a migliorare la nostra presenza nei confronti
dei fedeli e che sostenga i periodici diocesani nel loro compito di informare e formare
il popolo di Dio. Quanto all’obiettivo della rete — ha proseguito — occorre creare
una comunione interna tra i media cattolici della carta stampata. Non solo, bisogna
anche creare una presenza nel mondo, visto che la Chiesa cattolica ha un messaggio
da comunicare e la stampa è un mezzo per annunciare il Vangelo e per illuminare gli
eventi che accadono nella nostra nazione». Per i responsabili delle testate diocesane
è necessario poter contare su una rete di sostegno tra i vari settimanali, quindicinali
e mensili che si pubblicano nelle diocesi del Paese e, allo stesso tempo, di poter
contare su una presenza giornalistica di portata nazionale che dia voce alla Chiesa
e possa partecipare al dibattito pubblico. «Sappiamo benissimo — hanno detto — che
il potere della stampa cattolica consiste nell’annunciare il Vangelo, esso è un potere
ben diverso da quello degli altri media. Le “armi” a nostra disposizione — hanno proseguito
— sono Cristo e il Magistero della Chiesa. L’unicità della stampa cattolica consiste
nell’informare sulla vita della Chiesa e, allo stesso tempo, formare i cittadini ai
valori del Vangelo e a tutelare la vita e la famiglia». Secondo i responsabili delle
testate cattoliche, per raggiungere l’unità interna dei giornali dovrebbe essere costruita,
tra le altre cose, una rete di giornali cattolici, ma anche un giornale cattolico
unico nel Paese, alimentato e supportato da internet. Non solo, occorre stabilire
un codice deontologico del giornalista cattolico, un programma di questioni nazionali
e di preghiera comune, per illuminare il lavoro della stampa diocesana. «La proposta
di un sito web — hanno spiegato — potrebbe accelerare l’unificazione dei giornali
diocesani. Il giornale cattolico ha il dovere di formare la coscienza delle persone
verso il bene comune e la possibilità di diventare un attore importante nel dialogo
pubblico». Padre Camacho Muñoz si è detto fiducioso del futuro della stampa cattolica.
«Siamo fiduciosi che la formazione professionale aumenterà notevolmente la qualità
dei nostri contenuti e il contributo all’evangelizzazione nel contesto della Missione
Continentale. Non siamo soli, ci sono molte persone che stanno lavorando e, soprattutto,
il Signore è con noi».