Meeting di Rimini: intervista con il cardinale Tettamanzi
Alle ultime battute il Meeting di Rimini promosso da Comunione e Liberazione: domani
la giornata conclusiva. L’appuntamento si sta svolgendo sul tema “E l’esistenza diventa
un’immensa certezza”. Ieri il cardinale Dionigi Tettamanzi ha preso parte ad
un incontro sulla mostra dedicata a San Carlo Borromeo. La nostra inviata Antonella
Palermo gli ha chiesto a quale stile di vita il santo vescovo di Milano chiama
gli uomini del nostro tempo:
R. - Quale
stile di vita? Uno stile generoso, disinteressato, contemplativo; uno stile di vita
che è molto diverso da quello abituale. Questa è una sfida che dobbiamo avere la saggezza,
l’umiltà, ma anche il coraggio di affrontare. La mia opinione è che dobbiamo recuperare
uno stile di vita più umano e più evangelico. Continuo sempre a parlare di “sobrietà”,
perché - a mio modo di vedere - è la chiave che ci introduce in un cammino di maggiore
giustizia e di maggiore solidarietà: la prova c’è nel Fondo “Famiglia e lavoro”, che
è stato lanciato nella diocesi di Milano, che ha portato frutti e che continuerà a
portare frutti nonostante il cambiamento.
D. - Qui al Meeting si sta
lanciando con coraggio questo tema della fede che dà certezza e solidità alla vita:
come accoglie questa iniezione di ottimismo…
R. - La fede è quanto di
più certo viene dato all’uomo, perché la fede rivela il vero volto di Dio, di cui
tutti siamo affamati ed assetati, anche se a volte non ce ne rendiamo conto; ma allo
stesso tempo rivela il vero volto dell’uomo. Per cui questa certezza davvero diventa
la linfa vitale di ogni nostra giornata. E’ una certezza che però il Signore, come
Padre di tutti, sa davvero infondere attraverso quella luce che è la luce dell’intelligenza
umana e attraverso quel dinamismo che scuote l’esistenza di ciascuno e il dinamismo
della propria coscienza.
D. – Una certezza, tuttavia, che non cancella
le preoccupazioni dinanzi alle precarietà determinate da questo periodo di crisi…
R.
- Guai se non ci fossero delle preoccupazioni: noi saremmo fuori dalla realtà! Il
credente non è qualcuno che fugge dalla realtà ed entra in un mondo di evasione, ma
s’impegna ancora di più nel proprio dovere quotidiano in maniera giusta solidale,
aperta agli altri. Il credente è qualcuno che entra più profondamente nella storia,
è provocato dalla storia, ma - a sua volta - provoca la storia stessa. (mg)