Non si fermano i viaggi della speranza dal Nord Africa. Nelle ultime 24 ore, circa
162 migranti, in gran parte tunisini, sono giunti a Lampedusa a bordo di quattro diverse
imbarcazioni. E con l’evoluzione della crisi libica, gli operatori umanitari si attendono
consistenti fughe. Sul fenomeno migratorio nel bacino del Mediterraneo, Camilla Spinelli
ha intervistato Gabriele Del Grande, fondatore di "Fortress Europe", osservatorio
mediatico sulle vittime dell’emigrazione:
R. – Fino
a pochi giorni prima dell’inizio della rivoluzione in Libia, l’Europa era quella che
negoziava al tavolo di Gheddafi per trovare accordi sui respingimenti in mare, accordi
per trasferire le carceri in Libia dove detenere le persone fermate lungo la rotta
per Lampedusa ed era l’Europa che allo stesso modo aveva collaborato con i regimi
di Ben Alì, di Mubarak… Oggi, la situazione nel Nord Africa sta cambiando rapidissimamente.
Ci auguriamo che in quei Paesi presto ci saranno governi che tutelino gli interessi
dei propri cittadini e che rivendichino anche di fronte all’Europa i diritti dei propri
cittadini. Ci auguriamo che la democratizzazione della riva sud porti anche a un diverso
tipo di collaborazione sulle questioni migratorie e che la logica non sia semplicemente
quella repressiva e militare, ma una logica invece di diritti della persona tra cui
rientra anche il diritto della libertà di circolazione.
D. - Come valuta
la risposta dell’Unione Europea al problema dell’immigrazione?
R. –
Non c’è alcun tipo di risposta in questo momento. Se noi pensiamo ai 20 mila tunisini
che arrivarono, non ci fu nessuna solidarietà dall’Europa. L’Italia ad aprile decise
di rilasciare i permessi umanitari per tutti quanti e la maggior parte di quei ragazzi
se ne sono andati in Francia dove avevano comunità di appoggio. Sarkozy all’epoca
addirittura voleva chiudere la frontiera: non l’ha chiusa, ma di fatto non ha nemmeno
dato loro alcuna possibilità perché non possono lavorare, non possono studiare, non
possono prendere una residenza. Con la questione dei profughi di guerra che arrivano
dalla Libia, l’Europa non ha mosso un dito salvo sborsare un po’ di fondi all’Italia
per gestire il fenomeno.
D. - Un problema di cui spesso si parla ben
poco è il giro di affari illecito che riguarda il prezzo dei viaggi da frontiera a
frontiera…
R. – Fin tanto che la possibilità di spostarsi da una parte
all’altra di questo mare è vietata e criminalizzata, è ovvio che ci sarà sempre qualcuno
che su queste cose ci lucra e ci fa affari. Se prendiamo ad esempio i 20 mila tunisini
arrivati quest’anno in Italia, possiamo serenamente dire che almeno una buona metà
di loro ha viaggiato in modo autogestito senza nessun giro illecito dietro. Se pensiamo
ai 25 mila che sono arrivati scappando dalla Libia, sono persone costrette dalle milizie
di Gheddafi a salire sulle barche e a partire in modo gratuito. La situazione sta
cambiando molto rapidamente. (bf)