2011-08-25 15:41:10

Non si fermano le violenze in Siria. Il Consiglio di Sicurezza punta a nuove sanzioni


Siria. Alla vigilia del venticinquesimo venerdì di protesta anti-regime, non si fermano le violenze. Otto soldati e quattro civili sono stati uccisi nelle ultime ventiquattro ore mentre continuano le operazioni militari al confine con l’Iraq. Intanto il Consiglio di Sicurezza Onu punta a nuove sanzioni contro ventidue persone legate al regime e quattro entità di intelligence, nonostante la contrarietà di Russia e Cina. Camilla Spinelli ha raccolto il commento di Vittorio Parsi professore di Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – L’opposizione di Mosca e Pechino è importante per bloccare qualunque risoluzione del Consiglio di Sicurezza che produca un regime di sanzioni internazionali legali di carattere universale. Ma non è in grado di bloccare le determinazioni dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e appunto di altri Paesi arabi. A mio avviso, molto di più dipenderà da cosa farà Israele: se Israele continua con questa politica di grande muscolarità nei confronti di Gaza e della Cisgiordania, tutto questo rafforza Assad, perché gli arabi possono volere tutto, ma di sicuro non vogliono regalare un vantaggio strategico a Israele.

D. – Secondo lei, ci potrebbe essere la possibilità di un intervento internazionale simile a quello che c’è stato per la Libia?

R. – Assolutamente no, perché la Siria è un Paese più popoloso, più armato … Se si intervenisse anche solo con bombardamenti aerei, tutti quelli che vedrebbero in questo una mano a Israele, avrebbero ragione – oggettivamente. Quindi, questo non si può fare. Non si può entrare nelle dinamiche del conflitto arabo-israeliano, tanto meno in un momento come questo in cui non c’è nessun cenno, da parte israeliana, di voler rivitalizzare un processo di pace.

D. – Secondo lei, allora, il congelamento dei beni, il blocco dei visti contro Damasco potranno portare a risultati, nel breve periodo?

R. – Tutto quello che indebolisce il regime è positivo. L’importante è che si faccia questo nella consapevolezza che dobbiamo attenderci da Assad mosse spregiudicate. La Siria, oltre ad essere avviluppata nel conflitto arabo-israeliano, è anche lo snodo di quella cosa che dall’Iran, passando per l’Iraq, arriva fino al Libano che è la Mezzaluna sciita. Per cui dobbiamo aspettarci che la Siria cerchi di reagire scompaginando le carte in Libano, che qualunque indebolimento della Siria potrebbe portare ad una difficoltà maggiore per l’Iran e che quindi anche l’Iran potrebbe agire anzitutto in Libano attraverso i suoi alleati Hezbollah, ma anche altrove; e d’altra parte, però, non ci si può rendere complici di chi opprime le aspirazioni di cambiamento dei popoli arabi. (gf)







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