2011-08-25 12:34:15

Liberati in Libia i quattro giornalisti italiani rapiti ieri


Dalla Libia la buona notizia battuta poco fa dalle agenzie della liberazione dei quattro giornalisti italiani derubati e rapiti ieri vicino Tripoli. Intanto nel Paese si continua a combattere, in particolare nei pressi di Sirte, ma gli insorti cercano soprattutto di trovare Gheddafi e i suoi figli. Secondo alcune voci, il primogenito Saif al Islam si nasconderebbe ad Abu Salim un quartiere di Tripoli mentre il colonnello sarebbe nella sua fattoria vicino all'aeroporto. Sentiamo Cecilia Seppia: RealAudioMP3

Sono stati liberati pochi minuti fa i quattro giornalisti italiani rapiti ieri nel Paese Africano: si tratta di due inviati del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina, uno della stampa Domenico Quirico e uno di Avvenire, Claudio Monici, sequestrati da un gruppo armato mentre viaggiavano sulla stessa auto da Zawiyah a Tripoli. I 4 sono rimasti per più di 24 ore in un appartamento della capitale e per il loro rilascio non è stato pagato nessun riscatto. Intanto Tripoli brucia e dopo tre giorni di combattimenti si contano almeno 400 morti e 200 feriti. Gli scontri si concentrano ancora nella residenza bunker di Bab Al Aziziya ormai quasi interamente distrutta. Si combatte anche nei pressi di Sirte, dove secondo la tv al Jazeera le forze fedeli al rais sembrano avere la meglio e i lealisti hanno pure accerchiato Zuara colpendola a distanza con armi pesanti. Dal canto suo Gheddafi è braccato, ricercato, e sulla sua testa pesa una taglia di oltre 1 milione e mezzo di euro, il Cnt ha persino promesso un’amnistia a chi lo catturi o lo uccida. Ma l’intelligence internazionale è al buio, l’ipotesi più accreditata è che abbia lasciato la Libia per raggiungere gli angoli del mondo potenzialmente amici, dall’Angola all’Algeria, lo Zimbabwe, il Venezuela, forse il Burkina Faso. Intanto Il ministro della Difesa britannico, Liam Fox, conferma il supporto costante della Nato ai ribelli per le operazioni di intelligence e di ricognizione nella caccia a Gheddafi e ai suoi figli.








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