La Chiesa peruviana dedica ai giovani la campagna di solidarietà Compartir 2011
«Riflettere sulla complessa realtà dei giovani, creando per loro un orizzonte favorevole
che gli consenta uno sviluppo integrale e li possa aprire all’ascolto di Dio, al cammino
di fede, alla scoperta della propria vocazione e al servizio degli altri». È questo
l’obiettivo della campagna di solidarietà «Compartir» 2011 — promossa dalla Conferenza
episcopale del Perú (Cep) sul tema generale «Giovani impegnati in una nuova vita»
— che prevede gesti concreti di solidarietà. Venerdì 26 e domenica 28 agosto, infatti
– riferisce L’Osservatore Romano - verrà realizzata una colletta nazionale con il
contributo di volontari, i quali raccoglieranno nella città, nelle diocesi e nelle
chiese del Paese, il «generoso contributo di quanti desiderano collaborare a questo
progetto». Si tratta di sensibilizzare la società peruviana sull’importanza dei giovani
come futuro del Paese e risorsa per il bene comune. «Riuniti in Aparecida nella V
Conferenza dell’episcopato dell’America Latina e dei Caraibi — ricordano i presuli
— abbiamo ribadito che i giovani rappresentano un enorme potenziale per il presente
e il futuro della Chiesa e dei nostri popoli, come discepoli e missionari di Gesù.
Essi sono pronti a scoprire la propria vocazione a essere amici e discepoli di Cristo».
La Chiesa — evidenziano i presuli del Perú nel solco del magistero e alla luce del
grande evento della Giornata mondiale della gioventù appena conclusasi a Madrid —
«vi ama e ha bisogno di vivere la vostra fede, la vostra carità creativa e il dinamismo
della vostra speranza. La vostra presenza nella Chiesa è testimonianza di rinnovamento.
Il vostro impegno generoso ringiovanisce la Chiesa donandogli, nella luce di Cristo,
nuovo impulso». Come ogni anno, la Conferenza episcopale peruviana, attraverso la
campagna di fraternità intende porsi al servizio della vita umana e del bene comune,
evidenziando i molti problemi che coinvolgono gli esseri umani e incidono, con profonde
implicazioni, sul tessuto sociale. Allo stesso modo i vescovi cercano di illuminare
questa realtà alla luce della Parola di Dio, della tradizione e il magistero della
Chiesa, fornendo criteri e linee guida che «contribuiscano alla costruzione di una
cultura di pace, giustizia e riconciliazione tra tutti i peruviani». Non a caso ribadiscono
che «occorre lavorare con forza e costanza per garantire che la cultura della morte
non finisca con l’assorbire e contaminare i giovani». Bisogna operare — esortano i
vescovi — nelle zone più sottosviluppate del Paese ove ancora molte persone non hanno
accesso ai servizi di base come la salute e l’educazione: un appello particolare per
la gioventù indigena e amazzonica che patisce difficoltà di varia natura e per i molti
giovani vittime della droga e del ricatto delle bande criminali. La Campagna di solidarietà
2011 intende invitare tutte le componenti della società peruviana, le istituzione
pubbliche, i partiti politici, i gruppi sociali ed ecclesiali, a un «impegno corale»,
a progetti efficaci e lungimiranti per combattere le molte emarginazioni ed esclusioni.