Israele colpisce Gaza dopo la ripresa dei lanci di razzi: morti 5 palestinesi
Cinque palestinesi sono morti e altri 30 sono rimasti feriti nella Striscia di Gaza,
a seguito dei raid aerei israeliani avvenuti nelle ultime 24 ore come rappresaglia
alla ripresa di lanci di razzi contro il territorio dello Stato ebraico, uno dei quali
ha ferito un bimbo di nove mesi. Israele proseguirà a colpire la jihad islamica
se essa non cesserà le sue “attività terroristiche”, ha avvertito il ministro israeliano
per la Difesa. L’esponente del governo ha tuttavia precisato che Israele è pronto
a rispettare la tregua formalizzata lunedì con le fazioni palestinesi, “a patto che
gli altri facciano lo stesso”.
Afghanistan Non si ferma la violenza
in Afghanistan. Tre agenti di polizia sono stati uccisi dallo scoppio di un ordigno
rudimentale nella provincia settentrionale di Balkh. Ieri, il lancio di razzi su un
affollato mercato del distretto di Gardez ha provocato tre morti. L'attacco è avvenuto
mentre la gente comprava vivande in preparazione dell'interruzione serale del digiuno
del Ramadan.
Pakistan È stato ritrovato, in Pakistan, nella provincia
di Punjab, il cooperante americano Justin Warner, sequestrato a Lahore una decina
di giorni fa: secondo fonti della Polizia è in buone condizioni di salute. E sempre
stamani, una carica esplosiva è stata fatta saltare all’esterno di un tribunale di
Peshawar, causando gravi danni alla struttura, ma nessuna vittima. Sono in corso indagini
per risalire agli autori dell’azione terroristica.
Sri Lanka, revocato stato
di emergenza Il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, ha annunciato
la revoca dello stato di emergenza. Davanti ai parlamentari, ha dichiarato che “non
si registrano più attività terroristiche dal 2009” e quindi lo stato di emergenza
non è più necessario. Si tratta di un ulteriore passo verso la pacificazione nazionale,
dopo la lunga guerra civile che, da 1983 al 2009, ha visto contrapporsi, nel nord
del Paese, le milizie separatiste della minoranza Tamil e l’esercito del governo centrale
di Colombo.
Stati Uniti, uragano "Irene" Sulla costa est degli Stati
Uniti sale l’allarme per l’arrivo della tempesta "Irene". Secondo il Centro nazionale
per gli uragani, in giornata la tempesta potrebbe salire alla categoria quattro delle
cinque previste sulla scala Saffir-Simpson, mentre la Protezione civile ha esortato
la popolazione a tenersi pronta per un’eventuale evacuazione. "Irene" ha già causato
inondazioni, pesanti danni e la morte di una donna a Portorico. N,ella Repubblica
Dominicana ha lasciato quasi un milione di persone senza elettricità e 11 mila sfollati.
Cile,
sciopero studenti Cresce la tensione in Cile, dopo le 48 ore di sciopero proclamato
dalla Centrale unitaria dei lavoratori per sostenere la causa degli studenti. Trentasei
persone sono state ferite negli scontri, mentre 348 sono finite in manette.
Italia,
manovra finanziaria Continua il dibattito sulla manovra economica, al vaglio
del Parlamento italiano. L’Anci chiede che i piccoli comuni non siano cancellati come
ipotizzato, mentre la Lega polemizza sulla patrimoniale, precisando che si tratta
di una “tassa sull’evasione”. E mentre la Cgil conferma per 6 settembre lo sciopero
generale, per il Pd il governo lavora a dividere le forze sindacali e chiede più coesione
e dialogo. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Andrea Olivero
presidente delle Acli:
R. – Questa
manovra contiene sicuramente alcuni degli aspetti che chiedevamo: una tassazione autentica
delle transazioni finanziarie e un contributo da parte di coloro che maggiormente
hanno risorse. Contiene anche, però, troppi provvedimenti che, ancora una volta, colpiscono
il ceto medio e le famiglie. Provvedimenti che riducono al possibilità di spesa di
quanti già hanno grandemente sofferto la crisi in questi anni. Non dimentichiamo che
quando si tocca la famiglia, quando si tocca il Welfare, non si vanno a intaccare
dei costi, ma si va invece a mettere il freno ad una vera possibilità di crescita
e di sviluppo.
D. – Si ritorna a parlare di quoziente familiare. E’
una via percorribile?
R. – Credo di sì. Il momento che stiamo attraversando
è assolutamente quello giusto per andare a compiere delle operazioni coraggiose. Naturalmente,
non è solo il fisco a sostenere la famiglia, però l’andare ad individuare la famiglia
come soggetto fiscale unico può essere il più grande cambiamento culturale ma, al
contempo, anche la più grande svolta concreta nella prospettiva di una vera valorizzazione
del soggetto.
D. – Dal primo al 4 settembre, le Acli si incontreranno
a Castel Gandolfo. Cosa significa questo titolo, “Il lavoro scomposto”, e che cosa
proponete?
R. – Crediamo che innanzitutto si debba ridare la centralità
al lavoro all’interno dell’economia. Saremo a Castel Gandolfo anche per commemorare
il trentennale della Laborem exercens, l’Enciclica che proprio sul lavoro aveva
incentrato il proprio messaggio. Chiederemo con forza che si passi dall’attuale situazione
di contratti e di modalità, sempre più precarie, a contratti prevalentemente a tempo
indeterminato, con la possibilità di interrompere il rapporto nei primi anni, ma che
possa esserci la stabilizzazione. E’ un vantaggio anche per le imprese, questo, laddove
l’economia sia sana e pensi al bene dell’uomo. (vv)
Immigrazione, nuovi
sbarchi a Lampedusa Non si fermano i viaggi della speranza dal Nord Africa.
Nelle ultime 24 ore, circa 162 migranti, in gran parte tunisini, sono giunti a Lampedusa
a bordo di quattro diverse imbarcazioni. E con l’evoluzione della crisi libica, gli
operatori umanitari si attendono consistenti fughe. Sul fenomeno migratorio nel bacino
del Mediterraneo, Camilla Spinelli ha intervistato Gabriele Del Grande,
fondatore di "Fortress Europe", osservatorio mediatico sulle vittime dell’emigrazione:
R. – Fino
a pochi giorni prima dell’inizio della rivoluzione in Libia, l’Europa era quella che
negoziava al tavolo di Gheddafi per trovare accordi sui respingimenti in mare, accordi
per trasferire le carceri in Libia dove detenere le persone fermate lungo la rotta
per Lampedusa ed era l’Europa che allo stesso modo aveva collaborato con i regimi
di Ben Alì, di Mubarak… Oggi, la situazione nel Nord Africa sta cambiando rapidissimamente.
Ci auguriamo che in quei Paesi presto ci saranno governi che tutelino gli interessi
dei propri cittadini e che rivendichino anche di fronte all’Europa i diritti dei propri
cittadini. Ci auguriamo che la democratizzazione della riva sud porti anche a un diverso
tipo di collaborazione sulle questioni migratorie e che la logica non sia semplicemente
quella repressiva e militare, ma una logica invece di diritti della persona tra cui
rientra anche il diritto della libertà di circolazione.
D. - Come valuta
la risposta dell’Unione Europea al problema dell’immigrazione?
R. –
Non c’è alcun tipo di risposta in questo momento. Se noi pensiamo ai 20 mila tunisini
che arrivarono, non ci fu nessuna solidarietà dall’Europa. L’Italia ad aprile decise
di rilasciare i permessi umanitari per tutti quanti e la maggior parte di quei ragazzi
se ne sono andati in Francia dove avevano comunità di appoggio. Sarkozy all’epoca
addirittura voleva chiudere la frontiera: non l’ha chiusa, ma di fatto non ha nemmeno
dato loro alcuna possibilità perché non possono lavorare, non possono studiare, non
possono prendere una residenza. Con la questione dei profughi di guerra che arrivano
dalla Libia, l’Europa non ha mosso un dito salvo sborsare un po’ di fondi all’Italia
per gestire il fenomeno.
D. - Un problema di cui spesso si parla ben
poco è il giro di affari illecito che riguarda il prezzo dei viaggi da frontiera a
frontiera…
R. – Fin tanto che la possibilità di spostarsi da una parte
all’altra di questo mare è vietata e criminalizzata, è ovvio che ci sarà sempre qualcuno
che su queste cose ci lucra e ci fa affari. Se prendiamo ad esempio i 20 mila tunisini
arrivati quest’anno in Italia, possiamo serenamente dire che almeno una buona metà
di loro ha viaggiato in modo autogestito senza nessun giro illecito dietro. Se pensiamo
ai 25 mila che sono arrivati scappando dalla Libia, sono persone costrette dalle milizie
di Gheddafi a salire sulle barche e a partire in modo gratuito. La situazione sta
cambiando molto rapidamente. (bf)
Russia, sospeso lancio navette spaziali
La Russia ha sospeso il lancio delle navette Soyuz a seguito dell'incidente
al cargo lanciato per trasportare rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale
e caduto in Siberia. "I lanci saranno sospesi fino a quando non si chiariranno le
cause dell'incidente", hanno fatto sapere gli esperti dell’Agenzia spaziale russa.
Per il momento, la decisione non comporterà alcun problema per l'equipaggio della
Stazione spaziale internazionale. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 237