2011-08-25 15:09:49

India. La Chiesa con Anna Hazare contro la corruzione, ma chiede la fine dello sciopero della fame


Lo sciopero della fame dell’attivista Anna Hazare contro la corruzione in India è arrivato oggi a New Delhi al 10° giorno. L'equipe medica che segue la protesta ha ribadito la preoccupazione per le deteriorate condizioni di salute dell’uomo. Hazare chiede sostanzialmente che il governo ritiri il proprio progetto di legge anti-corruzione e lo sostituisca con quello messo a punto dai movimenti sociali. Il premier Singh, auspicando la fine immediata del digiuno, ha intanto assicurato che il testo sarà discusso dall’Assemblea parlamentare. La Chiesa indiana – in un comunicato stampa di queste ore - ha espresso solidarietà ad Anna Hazare, lanciando però un appello urgente. Ce ne parla il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana, raggiunto telefonicamente a Mumbai da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Anna Hazare è in sciopero della fame perché giustamente pensa che la corruzione sia una malattia, un cancro per il nostro Paese: tutti soffrono per questa piaga. Dovremmo avere una legge forte, che punisca i corrotti.

D. – La Chiesa come sta seguendo lo sciopero della fame di Anna Hazare e qual è la posizione della Chiesa locale?

R. – Ho appena diramato un comunicato stampa, dicendo che c’è grande preoccupazione per le sue condizioni di salute. Ho lanciato un appello ad Anna Hazare perché termini lo sciopero: la gente sa che la corruzione va combattuta e che è una cosa urgente e importantissima per il Paese. Ho anche lanciato un appello al governo, allo stesso Anna Hazare e a tutti gli altri partiti affinché comincino a parlare, ad essere un po’ flessibili in modo da poter arrivare a una soluzione. Questa è la posizione della Chiesa. Noi siamo totalmente con Anna Hazare nel suo programma contro la corruzione, ma adesso deve fermare il digiuno e dialogare. Ci sono due aspetti. Siamo tutti d’accordo che la corruzione vada sradicata totalmente e noi tutti sappiamo che c’è una legge. Ma abbiamo detto anche che la radice della corruzione è nel cuore dell’uomo: quando questi lascia i valori spirituali e dimentica Dio, lavora per se stesso; quando prevalgono il materialismo e l’avarizia, ecco che appare la corruzione. Dobbiamo sradicare queste cose dal cuore dell’uomo e dobbiamo mettere Dio e i valori del Vangelo al centro. Questo è importante per il nostro Paese.

D. – Come il dialogo interreligioso può aiutare su questa strada?

R. – Tutti i nostri capi delle religioni combattono contro la corruzione, contro il materialismo. Se mettiamo Dio al centro del cuore dell’uomo e della società possiamo sradicare totalmente la corruzione. Il dialogo può aiutare molto. Nel nostro Paese noi cristiani siamo soltanto il 2,3 per cento, gli indù sono più dell’80 per cento e poi ci sono i musulmani che sono il 12-13 per cento: tutti dobbiamo lavorare insieme e l’impegno dei capi delle religioni è per questo molto importante. (bf)







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