2011-08-24 15:07:21

Nepal. Chiesa e Ong: “No a leggi anti-conversione, urge proteggere la libertà religiosa”


Urge proteggere la libertà religiosa in Nepal e dire “no” a misure come i provvedimenti che proibiscono le conversioni da una religione all’altra, incluse nel nuovo Codice Penale che sarà approvato dalla Assemblee Costituente insieme con la nuova Costituzione: è l’appello giunto a Fides dalla Chiesa nepalese, dai leder religiosi e dalle Ong che difendono i diritti dei cristiani e la libertà religiosa nel mondo. Mentre mancano otto giorni alla data fissata per l’approvazione definitiva della nuova Costituzione del Nepal (il 31 agosto) – dopo oltre 10 anni di guerra civile e la trasformazione del Paese da Regno indù a Stato democratico – le comunità cristiane nepalesi sono fortemente preoccupate per gli attentati alla piena libertà religiosa che si registrano nella redazione del Codice penale e propongono, dunque, emendamenti al testo. Nel rapporto intitolato “Proteggere la libertà religiosa nel nuovo Nepal”, inviato a Fides, l’Organizzazione non governativa “Christian Solidarity Worldwide” (CSW) afferma che alcune disposizioni sono incompatibili con i trattati internazionali sui diritti umani, riferendosi specialmente alle clausole che prevedono il divieto di conversione, contenute nel nuovo Codice Penale, che sarà votato dall’Assemblea. Tali provvedimenti, sostiene CSW, in altri stati dell’Asia del Sud (leggi anti-conversione sono in vigore in alcuni stati dell’India) “hanno creato pregiudizi e violenza contro le minoranze religiose”. L’Ong ribadisce che, nel rispetto dei trattati come la “Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici” (ICPPR)”, ratificata dal Nepal, “ogni cittadino deve aver la libertà di scegliere una religione o un credo”. Il Nepal, nota CSW, ha una grande occasione per delineare realmente il suo carattere laico, per “promuovere un clima pacifico di pluralismo religioso e per proteggere i diritti di tutti i cittadini”. Nei giorni scorsi la Chiesa cattolica e altri leader cristiani nepalesi, riuniti nella “United Christian Alliance of Nepal” e nel “National Council of Churches”, hanno sottolineato che le disposizioni all’art 160 del Codice penale (che impongono il divieto di conversione) contrastano con l’art. 23 della Costituzione, che stabilisce che “ogni persona ha il diritto di professare, praticare e difendere il proprio credo religioso”. E un forum interreligioso di leader cristiani, islamici, buddisti e bahai, nonchè diverse Ong della società civile, come la “Nepal National Human Rights Commission”, hanno consegnato un memorandum al governo chiedendo una revisione delle norme anti-conversione.







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