Nepal. Chiesa e Ong: “No a leggi anti-conversione, urge proteggere la libertà religiosa”
Urge proteggere la libertà religiosa in Nepal e dire “no” a misure come i provvedimenti
che proibiscono le conversioni da una religione all’altra, incluse nel nuovo Codice
Penale che sarà approvato dalla Assemblee Costituente insieme con la nuova Costituzione:
è l’appello giunto a Fides dalla Chiesa nepalese, dai leder religiosi e dalle Ong
che difendono i diritti dei cristiani e la libertà religiosa nel mondo. Mentre mancano
otto giorni alla data fissata per l’approvazione definitiva della nuova Costituzione
del Nepal (il 31 agosto) – dopo oltre 10 anni di guerra civile e la trasformazione
del Paese da Regno indù a Stato democratico – le comunità cristiane nepalesi sono
fortemente preoccupate per gli attentati alla piena libertà religiosa che si registrano
nella redazione del Codice penale e propongono, dunque, emendamenti al testo. Nel
rapporto intitolato “Proteggere la libertà religiosa nel nuovo Nepal”, inviato a Fides,
l’Organizzazione non governativa “Christian Solidarity Worldwide” (CSW) afferma che
alcune disposizioni sono incompatibili con i trattati internazionali sui diritti umani,
riferendosi specialmente alle clausole che prevedono il divieto di conversione, contenute
nel nuovo Codice Penale, che sarà votato dall’Assemblea. Tali provvedimenti, sostiene
CSW, in altri stati dell’Asia del Sud (leggi anti-conversione sono in vigore in alcuni
stati dell’India) “hanno creato pregiudizi e violenza contro le minoranze religiose”.
L’Ong ribadisce che, nel rispetto dei trattati come la “Convenzione Internazionale
sui diritti civili e politici” (ICPPR)”, ratificata dal Nepal, “ogni cittadino deve
aver la libertà di scegliere una religione o un credo”. Il Nepal, nota CSW, ha una
grande occasione per delineare realmente il suo carattere laico, per “promuovere un
clima pacifico di pluralismo religioso e per proteggere i diritti di tutti i cittadini”.
Nei giorni scorsi la Chiesa cattolica e altri leader cristiani nepalesi, riuniti nella
“United Christian Alliance of Nepal” e nel “National Council of Churches”, hanno sottolineato
che le disposizioni all’art 160 del Codice penale (che impongono il divieto di conversione)
contrastano con l’art. 23 della Costituzione, che stabilisce che “ogni persona ha
il diritto di professare, praticare e difendere il proprio credo religioso”. E un
forum interreligioso di leader cristiani, islamici, buddisti e bahai, nonchè diverse
Ong della società civile, come la “Nepal National Human Rights Commission”, hanno
consegnato un memorandum al governo chiedendo una revisione delle norme anti-conversione.