Prosegue l’offensiva delle agenzie di rating nei confronti dei Paesi avanzati a forte
deficit e alto indebitamento: Moody’s ha declassato il debito sovrano giapponese,
portando la sua valutazione da AA2 a AA3, con outlook stabile. Intanto, dopo un paio
di giornate positive per i mercati azionari soprattutto americani, c’è attesa per
il prossimo venerdì quando il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, indicherà
le mosse future della Banca centrale degli Stati Uniti. Ma come stanno reagendo le
borse a questo declassamento del Giappone e cosa c’è da aspettarsi? Irene Pugliese
l’ha chiesto a Nicola Borri, docente di Finanza internazionale presso l’Univrsità
Luiss di Roma:
R. - I mercati
non hanno un forte timore di un possibile default del Giappone, in quanto gran parte
di questo debito è tuttora detenuto dai risparmiatori giapponesi. Infatti, i mercati
obbligazionari non hanno praticamente reagito sui tassi giapponesi. Oggi il tasso
a dieci anni sul debito del Giappone è fermo all’uno percento, un valore molto basso,
sia storicamente per il Giappone, sia se raffrontato con i tassi pagati anche da altri
Paesi molto sicuri, come la Germania, che attualmente paga tassi superiori.
D.
- Quali sono i punti forti dell’economia giapponese che evidentemente sono in crisi
in questo ultimo periodo?
R. - L’economia giapponese storicamente ha
avuto nel forte risparmio nazionale uno dei suoi punti forza, che poi si è tradotto
in forti investimenti, in settori ad alta tecnologia .. Tuttavia, proprio questo punto
di forza del Giappone, è in declino negli ultimi anni, questo, nel lungo periodo potrebbe
portare ad un’insostenibilità del debito e quindi ad una possibile probabilità di
un default.
D. - Dopo il terremoto finanziario che ha colpito i mercati
durante questa estate, negli ultimi tre giorni sembra che stiamo attraversando un
momento di stasi. E’ vera tranquillità o si tratta di una semplice attesa?
R.
- Io credo che sia una semplice attesa, il problema grande sui mercati è la mancanza
di crescita, i mercati temono che dopo la tiepida impresa che ha seguito la grande
crisi del 2008-2009 ci possa essere una nuova recessione.
D. - I mercati
e gli operatori finanziari stanno rivolgendo le proprie attenzioni al prossimo venerdì
quando il presidente della Federal Reserve indicherà che cosa farà la Banca centrale
degli Stati Uniti per aiutare ulteriormente l’economia americana a riprendersi. Quali
sono le previsioni?
R. - Alcuni si aspettano un nuovo round di quello
che viene chiamato Quantitative easing, ovvero acquisti da parte della Federal Reserve
di obbligazioni pubbliche americane, alcuni pensano semplicemente che la Federal Reserve
si limiterà a sostituire l’eventuale debito in suo possesso in scadenza.
D.
- Tornando alle Agenzie di rating, qual è l’attendibilità di queste società?
R.
- Quando parliamo di rating o di debito sovrano, ovvero di Paesi come può essere il
Giappone, o come può essere l’Italia, o la Grecia, quello che questi rating fanno
è semplicemente sintetizzare un’informazione, un grado di fiducia che è già presente
nei mercati, quindi è difficile che l’abbassamento del rating possa radicalmente modificare
la percezione che i mercati hanno della sostenibilità del debito dei Paesi. (ma)
Ma
come il peso della crisi ricade sui cittadini? Ai microfoni di Camilla Spinelli
alcune voci raccolte nella città di Roma:
R. - Ho famiglia,
figli, per cui bisogna sempre avere una conduzione oculata e si fanno poche cose.
R.
- Non ci si può permettere più un aiuto in casa… Le vacanze non le abbiamo fatte…
R.
- L’affitto, le bollette… Non si arriva alla fine del mese.
R. - Mi
preoccupo per i giovani perché non c’è lavoro per noi e per i giovani non c’è proprio
futuro.
D. - Che effetti sta avendo la crisi sulla sua vita?
R.
- Contrazione delle spese.
R. - Nella mia vita di commerciante ne sto
risentendo abbastanza perché vedo che la gente tende a comprare sempre il minimo indispensabile.
R.
– Difficile vivere. Tutto è molto caro. Essendo aumentato tutto anche chi ha un reddito
normale, uno stipendio, e non ha grandi difficoltà ne risente comunque tantissimo.
(bf)