2011-08-24 08:25:12

Bozza di risoluzione Ue all'Onu sulla Siria. Sul terreno, prosegue la repressione


Ancora repressione in Siria: almeno 5 i morti nelle ultime 24 ore, mentre diversi Paesi europei hanno presentato al Consiglio di sicurezza Onu una bozza di risoluzione contro Damasco. Dal canto loro, gruppi dell’opposizione siriana hanno preso le distanze dal Consiglio Nazionale, creato per coordinare la rivolta. C’è poi chi non esclude che la cosiddetta “onda libica” arrivi anche a Damasco. Per i manifestanti la speranza è che dopo l’uscita di scena Gheddafi possa essere il turno di Assad. Lo esclude Antonino Pellitteri, docente di storia dei Paesi islamici all'Università di Palermo. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato: RealAudioMP3

R. – Non credo molto a queste “onde d’urto”. La Siria non è la Libia, per via del suo ruolo regionale, per la sua storia e per la sua cultura. Penso che l’ultimo discorso di Bashar al-Assad sulla formulazione di una nuova Costituzione sia un fatto positivo. Ho parlato con alcuni amici a Damasco, chee avevano preso molto bene quest’iniziativa del presidente. Non credo ci possa essere un’onda d’urto dovuta alla situazione in Libia.

D. – Se ci dovessero essere, come ci si augura, delle evoluzioni in positivo, quali potrebbero essere le mosse di Assad ed anche della comunità internazionale?

R. – Credo che la comunità internazionale, in questo momento, sia molto impegnata sulla questione libica. L’Occidente guarda alla Siria in maniera diversa, nel senso che l’interesse non è quello economico ma quello più strettamente politico, relativo alla sua posizione nella regione, ai rapporti con Israele, alla Palestina, e a tutto quello che riguarda l’area. Non so se si continuerà a guardare alla questione siriana con la vecchia posizione dell’Occidente o se, invece, l’Occidente cercherà di favorire un accordo interno al Paese. Accordo cui seguirebbe una risistemazione dell’area in modo più equilibrato, onde evitare nuove insorgenze rivoluzionarie come in Egitto o altrove.

D. – Resta però il fatto che se per Gheddafi è stato spiccato un mandato di cattura per crimini contro l’umanità, questo non è finora accaduto per Assad e l’Onu ha contato, finora, 2.200 morti tra i civili…

R. – Questo dimostra come la posizione internazionale nei riguardi della Siria sia un po’ diversa. Dimostra che l’Occidente guarda con più attenzione e più moderazione alla questione siriana, anche perché una Siria priva di una guida e di una ricomposizione interna sarebbe difficilmente prevedibile.

D. – Che sono, oggi, i timori per la Libia…

R. – Sì, anche lì. Solo che in Libia c’è già un Consiglio Transitorio, ci sono delle personalità politiche abbastanza note in Occidente – come Mahmoud Jibril – mentre in Siria gli elementi di spicco dell’opposizione si conoscono molto poco, a parte i Fratelli Musulmani ed altri movimenti islamici radicali. Non si conosce bene quello che potrà essere il futuro della Siria. Finora si è caratterizzata come un Paese “laico”, con un sistema islamico abbastanza complesso e quindi, per l’Occidente, è una garanzia di risposta verso gli elementi e i gruppi islamici più radicali e intransigenti. (vv)










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