Il cardinale Bagnasco: la Gmg un dono per la Chiesa e per tutta la società
“Diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede vissuta”
a Madrid: è il mandato che il Papa ha lasciato ai giovani della Giornata mondiale
della gioventù, che sono tornati o stanno facendo rientro nei propri Paesi d’origine.
Sul dopo Gmg, e i frutti che tutta la Chiesa può raccogliere da questa esperienza,
Marina Tomarro ha intervistato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo
di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, tra gli oltre cento presuli
italiani presenti a Madrid:
R. – Noi
vescovi siamo rimasti particolarmente colpiti dall’entusiasmo di questi giovani. E’
una gioia ricca di contenuto, perché sono ragazzi pienamente consapevoli delle situazioni
attuali della vita, della società e del mondo. Pertanto, essi non sono affatto sprovveduti,
ma vogliono affrontare tutto questo con la loro vita, insieme, non in modo individualistico
e con dei contenuti molto propositivi. Questa grande gioia è stata quindi un dono
per noi pastori e per noi vescovi in modo particolare – i vescovi italiani erano 110
– ed è stata un dono per la Chiesa intera come anche per la società.
D.
– Secondo lei, dei vari messaggi che il Santo Padre ha lasciato ai ragazzi in questi
giorni, quale può averli particolarmente colpiti?
R. – La centralità
di Cristo. Cristo è la roccia su cui costruire l’edificio della vita. E dato che sono
all’inizio della parabola della vita, bisogna che essi la costruiscano sulle fondamenta
giuste. Fondamenta che siano vere e non menzogne che mascherano il vuoto, il nulla.
Ma essi intuiscono questo e quindi cercano “la solida roccia”, “il solido fondamento”
per costruire se stessi. Il Papa ha ribadito questa centralità di Cristo, che non
è soltanto una solidità nella verità ma è anche amore. La verità, quando diventa anche
affascinante nel segno dell’amore, certamente contagia. (vv)