Somalia. L’impegno della Caritas in favore degli sfollati
Resta difficile la situazione umanitaria in Somalia, soprattutto a causa della massiccia
presenza di sfollati che premono sulle strutture sanitarie del Paese. Il documento
della Caritas locale ‘Situation report’, appena pubblicato, riferisce di circa 410mila
sfollati interni ospitati nel cosiddetto corridoio di Afgoye, mentre 470mila sarebbero
quelli che gravitano nella capitale Mogadiscio, ormai allo stremo. I principali problemi,
come riportato dall’agenzia Sir, sono, prevedibilmente, di ordine sanitario: morbillo,
diarrea e altre malattie facilmente prevenibili sono in aumento e fanno impennare
il tasso della mortalità infantile. Secondo i dati forniti, infatti, ogni 11 settimane
muore il 10% della popolazione sotto i 5 anni di età: è accanto ai bambini, infatti,
che si concentra il lavoro dei volontari della Caritas, impegnata nel fornire beni
di prima necessità, cibo e assistenza, all’interno del territorio nazionale, ma anche
presso gli sfollati nei campi del Kenya e dell’Etiopia. Tra le organizzazioni presenti,
c’è Trócaire (Chiesa cattolica irlandese ndr), attiva nel centro-sud del Paese dove
presta aiuto a circa 220 mila persone, e Caritas Svizzera-Lussemburgo che ha avviato
un progetto nel Somaliland in favore delle categorie più vulnerabili delle aree di
Togdheer e Sool Plateau. Oltre all’assistenza umanitaria, le organizzazioni sono impegnate
nella fornitura di acqua potabile, nel supporto veterinario e nell’avvio di piccole
attività imprenditoriali. (R.B.)