Meeting di Rimini. L'intervento del presidente Napolitano
Di fronte alle difficoltà “bisogna parlare il linguaggio della verità. Perché non
provoca pessimismo”, ma “sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza”, perché
si creino le condizioni di un rinnovato slancio che attraversi la società in uno spirito
di operosa sussidiarietà. Per questo, il presidente della Repubblica italiana Giorgio
Napolitano - che ieri a Rimini ha aperto la 32.ma edizione del Meeting per l’amicizia
tra i Popoli - guarda con speranza, citando Benedetto XVI, anche alle risorse che
“scaturiscono dalla costante, fruttuosa ricerca di giuste forme di collaborazione
tra la comunità civile e quella religiosa”. Da Rimini, ci riferisce il nostro inviato
Luca Collodi:
Napolitano
ha affrontato i nodi della crisi economica che colpisce l’Italia e il mondo occidentale,
come gli Stati Uniti dove, ha osservato, vediamo come il radicalizzarsi dello spirito
partigiano e della contrapposizione tra schieramenti stia provocando danni assai gravi
per l’America e per il mondo”. Per uscire dalla crisi, serve ora “il coraggio della
speranza, della volontà e dell'impegno”. Il presidente Giorgio Napolitano:
"Impegno
che non può venire o essere promosso solo dallo Stato, ma che sia espresso dalle persone,
dalle comunità locali, dai corpi intermedi, secondo quella concezione e logica di
sussidiarietà che ha fatto di una straordinaria diffusione di attività imprenditoriali
e sociali e di risposte ai bisogni comuni costruite dal basso un motore decisivo per
la ricostruzione e il cambiamento del Paese”.
Il presidente della Repubblica
italiana, interrotto più volte da lunghi applausi, ha ribadito la complessità dell’attuale
situazione.“Le difficoltà sono serie, ha sottolineato, per molti aspetti non sono
recenti, vengono dall’interno della storia unitaria e repubblicana del Paese": "Possibile che da un lato si sia esitato a riconoscere la criticità della
nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perché le forze di maggioranza
e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del
proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni
consolatorie su scala europea? Possibile che d’altra parte delle forze di opposizione,
ogni criticità della condizione attuale del Paese sia stata ricondotta a omissioni
e colpe del governo, della sua guida e della coalizione su cui si regge?".
Una
svolta capace di rilanciare la crescita e il ruolo dell’Italia implica riforme e il
concreto funzionamento della giustizia. Anche perché, ha detto con forza Napolitano,
Costituzione alla mano, “ripugna la condizione attuale delle carceri e dei detenuti”.
Guardando poi alla manovra economica in discussione al Parlamento, Napolitano ha affrontato
il tema dell’evasione fiscale.
"Basta con assuefazioni e debolezze
nella lotta a quell’evasione di cui l’Italia ha ancora il triste primato, nonostante
apprezzabili ma troppo graduali e parziali risultati. E’ una stortura, dal punto di
vista economico, legale e morale, divenuta intollerabile, da colpire senza esitare
a ricorrere ad alcuno dei mezzi di accertamento e di intervento possibili". (Da
Rimini Fiera, Luca Collodi, collaborazione tecnica di Massimiliano d’Angelo)