Unioncamere: nel 2011 si perderanno in Italia 88mila posti di lavoro
“Gli Stati Uniti non saranno mai in default”. Così il vicepresidente statunitense
Biden durante la sua missione in Cina tesa proprio a rassicurare i creditori di Pechino
sulla tenuta dell’economia Usa. Il terremoto finanziario, intanto, continua a sconvolgere
i mercati di tutto il mondo. In vista della riapertura delle borse iniziano le prime
previsioni delle ripercussioni della crisi nei singoli Paesi: in Italia, secondo Unioncamere,
si perderanno 88mila posti di lavoro nel 2011. A subire maggiormente questa situazione
sono i giovani che, secondo un rapporto di Censis e Unipol, riescono sempre meno a
risparmiare. Irene Pugliese ne ha parlato con Franco Bruni, professore
ordinario di Politica monetaria internazionale all’università Bocconi di Milano:
R. – La riduzione
della propensione al risparmio della popolazione italiana e dei giovani dipende da
fenomeni strutturali di lungo periodo, come l’invecchiamento della popolazione e quindi
la diminuzione del peso dell’età in cui si guadagna di più e dove si può anche risparmiare,
e l’aumento – invece – del peso dell’età in cui si consuma. Purtroppo a questo si
aggiunge il fatto che i giovani hanno difficoltà a trovare lavoro, hanno molta incertezza.
Quando l’occupazione c’è, se è precaria non permette di fare i conti necessari per
fare i piani di risparmio. Inoltre, quando l’economia rallenta la crescita, il risparmio
diminuisce; in un’economia come la nostra, che non cresce, questa è un’altra delle
ragioni per cui si risparmia sempre meno.
D. – La propensione al risparmio
è sempre stata un fiore all’occhiello dell’economia italiana. Che cosa è cambiato?
R.
– Dal lato dell’offerta di credito c’è un problema di incentivo all’indebitamento
che deriva dal fatto che i tassi d’interesse sono stati a lungo molto, molto bassi
e che le banche avevano molta liquidità da piazzare e che hanno fatto una politica
di marketing molto forte per l’indebitamento delle famiglie, che si trovano anche
in condizioni tali da doverne approfittare, in molti casi.
D. – Stiamo
vivendo una crisi internazionale economica grave; sulla vita di ogni giorno, è questa
la ricaduta che possiamo sentire noi?
R. – La ricaduta è che i redditi
diminuiscono e diventano sempre più incerti e quindi si può risparmiare sempre meno.
Dopodiché, il disastro sarà quando addirittura non si riuscirà nemmeno più ad indebitarsi
e si dovrà semplicemente stringere la cinghia.
D. – Questa riduzione
del risparmio, sottolineata dal Rapporto del Censis, riguarda solo l’Italia o è riscontrabile
anche negli altri Paesi?
R. – L’Italia ha caratteristiche un po’ particolari,
però nel complesso il risparmio sta scendendo in tutto l’Occidente; non solo, ma anche
in Giappone, che è stato un altro dei Paesi che, come l’Italia, era famoso per il
suo tasso di risparmio. Purtroppo, il risparmio sta scendendo e praticamente in nessun
Paese ci sono politiche adeguate per difenderlo e stimolarlo. Negli Stati Uniti è
un disastro perché la carenza di risparmio delle famiglie ha procurato un vero e proprio
gravissimo squilibrio macroeconomico che si è poi riflesso in tutto il mondo. (gf)